L’impatto positivo delle tecnologie digitali sul cervello
Negli ultimi anni, numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato che usare smartphone, computer e Internet in modo attivo può contribuire a ridurre i rischi di declino cognitivo. Secondo un’ampia meta-analisi pubblicata su Frontiers in Aging Neuroscience, chi utilizza regolarmente dispositivi digitali mostra migliori performance cognitive nel tempo rispetto a chi li usa poco o per nulla .
L’effetto protettivo deriva dalla stimolazione cognitiva offerta da attività complesse come imparare nuove competenze, organizzare impegni tramite app o mantenere relazioni sociali online. Non tutti gli usi digitali però hanno lo stesso impatto: attività passive come il semplice scorrere i social senza interazione non apportano benefici e possono, al contrario, favorire la distrazione e il peggioramento della memoria (fonte).
Smartphone e tablet: strumenti per la memoria e l’organizzazione
Gli smartphone non sono solo dispositivi di intrattenimento: se usati bene, possono diventare alleati per la salute mentale. Applicazioni come i promemoria, le mappe interattive o le agende elettroniche aiutano a sostenere la funzione esecutiva e a compensare piccoli deficit mnemonici.
Un uso consapevole di queste tecnologie, combinato a strategie organizzative, favorisce quello che in ambito neuroscientifico viene definito “compensatory scaffolding” ovvero l’adozione di strumenti esterni per supportare le funzioni cognitive in calo.
Videogiochi e allenamento mentale: molto più che divertimento
Contrariamente ai luoghi comuni, diversi videogiochi – in particolare quelli di strategia o azione – possono rafforzare la memoria di lavoro, l’attenzione selettiva e la velocità di elaborazione delle informazioni.
Uno studio dell’NIH (National Institutes of Health) condotto su oltre 2000 bambini ha mostrato che giocare tre o più ore al giorno migliora i punteggi nei test cognitivi di controllo dell’attenzione e memoria di lavoro (fonte).
Non tutti i videogiochi sono uguali: quelli che richiedono pensiero strategico, problem-solving o reazioni rapide sembrano avere gli effetti più positivi sulla mente.
Social media: un’arma a doppio taglio per il cervello
L’uso attivo dei social media può aiutare a mantenere viva la mente, favorendo la comunicazione, l’empatia e l’esercizio delle competenze linguistiche. Partecipare a discussioni online, creare contenuti o organizzare eventi virtuali sollecita diverse aree cerebrali.
Tuttavia, un utilizzo passivo e prolungato è stato associato a calo di memoria e riduzione delle capacità di attenzione (fonte).
Consiglio pratico: usa i social per interagire, non per scrollare passivamente! Anche su “come migliorare l’interazione online” trovi suggerimenti pratici per un uso consapevole.
Le app di brain training: funzionano davvero?
Le app di allenamento cognitivo (brain training) propongono esercizi mirati per memoria, attenzione e ragionamento. Se usate con regolarità, possono migliorare significativamente le abilità allenate, come dimostrato in diverse revisioni sistematiche (fonte).
Attenzione però: i benefici spesso restano confinati all’abilità specifica praticata e non sempre si estendono alla vita reale. Diffida delle promesse esagerate di alcune app: l’efficacia dipende da costanza, varietà e qualità dell’allenamento.
Scopri come mantenere la mente giovane e altri strumenti naturali per preservare il benessere mentale.
Realtà virtuale: una nuova frontiera per l’allenamento cognitivo
La realtà virtuale (VR) offre esperienze immersive che possono migliorare memoria, orientamento spaziale e funzioni esecutive. Simulare ambienti realistici – come negozi o quartieri – aiuta ad allenare la mente in maniera ecologica.
Gli studi clinici finora pubblicati mostrano che la VR può essere particolarmente utile in programmi di riabilitazione cognitiva per anziani e per persone con deficit di memoria lieve (fonte).
Il futuro vedrà probabilmente una crescita dell’uso terapeutico della VR anche nella prevenzione del declino cognitivo.
Approfondisci come la tecnologia può supportare la salute mentale nel nostro speciale.
FAQ
Sì, se usate in modo attivo e intelligente, stimolano le funzioni cerebrali e riducono il rischio di deterioramento.
No, sono efficaci quelli che richiedono strategia, riflessione o problem-solving.
Sì, migliorano le abilità specifiche allenate, ma servono costanza e varietà.
Solo se usati passivamente; un uso attivo stimola memoria e linguaggio.
Sì, in programmi clinici sperimentali ha mostrato benefici su memoria e attenzione.