Per quale patologia viene utilizzata la procedura del Cross-Linking, quali sono i benefici ed i risultati
Il cross-linking corneale (CXL), la procedura medica innovativa
Il cross-linking corneale (CXL) rappresenta una delle più importanti innovazioni nel campo dell’oftalmologia degli ultimi anni. Questa procedura, non invasiva e altamente efficace, è destinata a trattare e prevenire il peggioramento di determinate patologie della cornea, in particolare il cheratocono.
È una tecnica non invasiva che sfrutta l’azione combinata di una sostanza fotosensibilizzante (la riboflavina, ovvero la vitamina B2) e di una particolare luce ultravioletta (UVA).
CXL è un trattamento che mira a rinforzare la struttura della cornea, rendendola più resistente e meno soggetta a deformazioni. Il processo prevede:
- Applicazione di riboflavina: Viene applicata sulla cornea una soluzione contenente riboflavina (vitamina B2), una sostanza fotosensibile.
- Irradiazione con luce ultravioletta: La cornea viene poi esposta a una luce ultravioletta a bassa intensità.
- Creazione di legami crociati: L’interazione tra la riboflavina e la luce UV provoca una reazione chimica che crea dei legami crociati tra le fibre di collagene della cornea, rendendola più rigida e stabile.
In poche parole, il CXL trasforma la cornea in una sorta di “rete” più resistente, impedendo l’ulteriore assottigliamento e deformazione.
Il Meccanismo del Cross-linking Corneale: Un Approfondimento Tecnico
Il meccanismo del cross-linking corneale si basa su una reazione fotochimica che aumenta la rigidità della cornea tramite la formazione di nuovi legami (cross-links) tra le fibre di collagene.
Questo processo aiuta a stabilizzare la cornea, impedendo o rallentando la progressione di malattie come il cheratocono e altre ectasie corneali. Vediamo i dettagli del meccanismo:
Passaggi del meccanismo del cross-linking corneale:
- Assorbimento della riboflavina:
- Si applica sulla cornea una soluzione contenente riboflavina (vitamina B2), che ha una funzione foto-sensibilizzante. La riboflavina penetra nel tessuto corneale, dove si lega alle fibre di collagene.
- In alcuni protocolli (come l’epi-off), l’epitelio corneale viene rimosso per facilitare l’assorbimento della riboflavina, mentre in altri protocolli (come l’epi-on), l’epitelio viene lasciato intatto.
- in alcuni protocolli si può associare al cross linking la Iontoforsei metodica che si avvale di tenui e innocue correnti elettriche per veicolare più efficacemente molecole medicamentose all’interno dell’occhio, questa ci consente quindi un migliore e più rapido assorbimento della riboflavina all’interno dell’occhio nonché una migliore sensibilità al contrasto nel post operatorio.
- Esposizione ai raggi UV-A:
- Dopo che la riboflavina ha impregnato la cornea, questa viene irradiata con luce ultravioletta di tipo A (UV-A), a una lunghezza d’onda di 365-370 nanometri.
L’energia della luce UV-A viene assorbita dalla riboflavina, che si trova nei tessuti corneali.
- Formazione di radicali liberi:
- L’interazione tra la riboflavina e i raggi UV-A genera radicali liberi dell’ossigeno.
Questi radicali liberi inducono la formazione di legami covalenti (cross-links) tra le molecole di collagene presenti nella cornea.
- Creazione dei cross-links:
- I cross-links sono legami chimici che si formano tra le fibre di collagene, rafforzando la struttura della cornea.
Questo processo aumenta la resistenza meccanica del tessuto corneale, stabilizzando la sua forma e riducendo la progressiva deformazione tipica di condizioni come il cheratocono.
- Aumento della rigidità corneale:
- Il risultato finale del processo di cross-linking è un incremento della rigidità e della stabilità biomeccanica della cornea, che diventa più resistente alla deformazione.
In pratica, la cornea si stabilizza e la progressione della malattia viene bloccata o rallentata.
In sintesi, il cross-linking corneale è un processo biochimico che sfrutta l’interazione tra una sostanza fotosensibilizzante (riboflavina) e la luce ultravioletta per creare legami covalenti tra le fibre di collagene della cornea. Questo processo porta a un rinforzo della struttura corneale, rendendola più resistente e meno soggetta a deformazioni.
Quali sono i benefici e chi effettua l’intervento
Il cross-linking corneale viene eseguito da un chirurgo oftalmico, specializzato in patologie della cornea.
Gli oftalmologi che si occupano di chirurgia corneale e di malattie come il cheratocono sono i professionisti più indicati per effettuare questa procedura.
Il medico che esegue il cross-linking deve avere una competenza avanzata nel trattamento delle ectasie corneali e altre malattie degenerative della cornea, poiché questa tecnica richiede una precisa conoscenza dell’anatomia oculare e delle dinamiche del trattamento con riboflavina e radiazione UV-A.
I benefici principali del Cross Linking sono :
- Arresto della progressione della malattia:
Il cross-linking agisce direttamente sulla causa del cheratocono, ovvero l’indebolimento delle fibre di collagene della cornea.
Creando nuovi legami tra queste fibre, il trattamento rende la cornea più resistente e stabile, arrestando o rallentando significativamente la progressione della malattia.
- Stabilizzazione della curvatura corneale:
La cornea deformata dal cheratocono tende a diventare progressivamente più conica.
Il cross-linking aiuta a stabilizzare la curvatura corneale, prevenendo ulteriori deformazioni e migliorando la qualità visiva.
- Riduzione del rischio di progressione a forme più gravi, nei casi di cheratocono avanzato, il cross-linking può ritardare o prevenire la necessità di un trapianto di cornea.
- Miglioramento della qualità visiva poiché stabilizzando la cornea, il cross-linking contribuisce a migliorare la qualità visiva, riducendo l’aberrazione sferica e l’astigmatismo irregolare.
- Aumento della stabilità biomeccanica della cornea, in quanto la cornea trattata con cross-linking diventa più resistente alle sollecitazioni meccaniche, riducendo il rischio di ulteriori danni.
- Bassa invasività, è una procedura ambulatoriale, indolore e di breve durata.
Non richiede incisioni chirurgiche e ha un basso rischio di complicanze.
È una procedura molto sicura, con un profilo di rischio estremamente basso.
In sintesi, il cross-linking corneale rappresenta una pietra miliare nella cura delle patologie corneali degenerative.
Le solide evidenze scientifiche a supporto di questa procedura ne fanno una terapia di elezione per il cheratocono, offrendo ai pazienti la possibilità di arrestare la progressione della malattia e di migliorare significativamente la qualità della loro vita e di vita.
La Redazione in collaborazione con il Dr. Daniele Marchina – specialista in oftalmologia, chirurgia refrattiva e della cataratta
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