Dossier Salute

Cosa sono i disordini temporo-mandibolari

I disordini temporo-mandibolari (ATM), ancora erroneamente legati alla malocclusione, non sono affatto da sottovalutare, anzi, talvolta, possono rivelarsi davvero fastidiosi.

Generalmente, come primissimo dolore si avverte quello legato alla masticazione, ma non è l’unico disturbo connesso a tale problematica.

Quali sono, dunque, i sintomi e la relativa diagnosi?

Lo scopriamo assieme nei prossimi paragrafi.

I disordini temporo-mandibolari

Le articolazioni temporo-mandibolari altro non sono che due strutture poste su entrambi i lati del viso e, a loro volta, uniscono le ossa temporali del cranio e della mandibola.

Sono inoltre presenti anche:

  • legamenti,
  • tendini,
  • muscoli,
  • cartilagine,

Tutti questi elementi sono fondamentali al fine di supportare e accompagnare i movimenti della mandibola.

Quando però le articolazioni temporo-mandibolari iniziano a presentare dei problemi, spesso legati al sovraccarico della muscolatura masticatoria o a disordini intra-articolari, si creano tutta una serie di alterazioni che, di conseguenza, vanno poi a influenzare la masticazione e il movimento.

Ma, più in generale, questi disturbi compromettono la qualità di vita e di salute del paziente.

Le statistiche ci raccontano che, generalmente, questi disturbi colpiscono con maggiore frequenza le donne tra i 20 e i 50 anni.

Dunque, queste le possiamo considerare le fasce d’età maggiormente colpite.

Infine, i disturbi all’articolazione temporo-mandibolare risultano essere la seconda causa più frequente per quanto concerne il dolore facciale, dopo le patologie dentali.

I disturbi da non sottovalutare

Ma quali sono i campanelli d’allarme che devono farci riflettere? Sicuramente i dolori relativi alla masticazione: se di punto in bianco percepiamo dei dolori durante i pasti anche se mangiamo cibi “poco impegnativi” a livello di masticazione, questo è indubbiamente un primo segnale.

Non dobbiamo escludere nemmeno eventuali cefalee o un ipotetico rumore anomalo prodotto dalle stesse articolazioni. Tutto può iniziare, appunto, da un rumore che va correttamente inquadrato.

Nei casi più gravi e cronici il dolore assume un ruolo ancora più preponderante: si diffonde fino alle aree del collo e, talvolta, alle braccia. L’epilogo è quello simile a una contrattura, ma anche alle vertigini e a quella sensazione di chiusura delle orecchie tipiche di quando ci si reca in montagna.

Infine, ma non meno importante, un altro disturbo da non sottovalutare affatto è l’impossibilità di riuscire ad aprire completamente la bocca, evento piuttosto raro per fortuna ma decisamente invalidante.

L’importanza di una diagnosi corretta e tempestiva

Come per qualsiasi disturbo o patologia, sarà bene consultare quanto prima un medico specialista. La tempestività, in moltissimi casi, permette una guarigione più veloce e di evitare dolori importanti.

La diagnosi della patologia inizia con un esame obiettivo: durante il primo colloquio, il medico vi chiederà cosa vi spinge da lui, quali sono i vostri dolori e le difficoltà riscontrate.

Nello specifico il medico controllerà la presenza di schiocchi delle articolazioni così come la loro frequenza e se legate ad un movimento specifico. Anche il dolore muscolare verrà controllato approfonditamente: lo specialista posizionerà le dita sul viso del paziente nel momento in cui apre e chiude la bocca.

Questo semplice “esercizio” permette al medico di capire se il soggetto riesce o meno ad aprire quest’ultima in modo normale o se è presente una anomalia.

Solo dopo aver compreso qual è il quadro clinico si passerà ad un esame strumentale approfondito. L’esame di elezione per l’articolazione temporo-mandibolare è la risonanza magnetica. Viene prescritta la TAC solamente se si sospetta artrosi marcata articolare.

Non sono necessari altri esami, soprattutto legati alla postura o alla malocclusione, temi entrambi molto controversi che portano al fenomeno dell’over-treatment, ovvero del trattamento di condizioni non rilevanti per la sintomatologia del paziente.

Perché si manifestano i disturbi temporo-mandibolari

È molto importante comprendere il perché dell’insorgenza di questa patologia. Qual è l’origine legata a questi disturbi?

Una prima risposta è da ricercare in:

  • problemi anatomici articolari,
  • contratture muscolari,
  • distress psicologico,

Queste sono le primissime macro-aree che, generalmente, vengono prese in considerazione in un primo incontro con il medico specialista.

Non sono però le uniche, anzi. Si devono prendere in considerazione anche:

  • riduzione della massa ossea,
  • artrite,
  • anchilosi,
  • ipermobilità,
  • problemi legati alla masticazione,
  • bruxismo,
  • tensione muscolare,

Come trattare al meglio i disturbi legati all’articolazione temporo-mandibolare

Per riuscire a tenere a bada il dolore, il medico specialista prescrive solitamente in prima linea una terapia farmacologica a base di antinfiammatori non steroidei e miorilassanti.

La fisioterapia viene consigliata e prescritta sempre più di frequente, la quale si avvale di tecniche di educazione del paziente, terapia manuale e esercizio terapeutico. Da non sottovalutare è anche la terapia psicologica: uno psicologo può affiancare il medico specialista proprio per aiutare il paziente a gestire lo stress nella maniera più corretta.

Non dimentichiamoci che, a lungo andare, i dolori cronici possono suscitare sul paziente rabbia, nervosismo, stress e malesseri generali. Per cui, un percorso con uno psicologo, o psicoterapeuta, potrebbe rivelarsi davvero proficuo.

Infine, nei casi più gravi, sarà necessario optare per un intervento chirurgico.

La Redazione – Monica Penzo

La redazione in collaborazione con il Dott. Edoardo Balli Fisioterapista a Prato

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