I casi di morbillo in Italia continuano ad aumentare nei primi mesi del 2025, mentre la disinformazione sui vaccini ostacola le campagne di immunizzazione. I pediatri lanciano un appello unanime: solo la vaccinazione può fermare questa malattia altamente contagiosa e prevenire gravi complicazioni.
I dati allarmanti del morbillo in Italia nei primi mesi del 2025
Secondo l’ultimo bollettino periodico “Morbillo & Rosolia News” dell’Istituto Superiore di Sanità, dal 1° gennaio al 28 febbraio 2025 sono stati notificati 127 casi di morbillo in Italia, di cui 117 (92,1%) confermati in laboratorio4. L’incidenza nazionale in questo periodo è stata di 12,9 casi per milione di abitanti, con la Sicilia che registra l’incidenza più elevata (50,1 per milione)4.
La distribuzione geografica dei casi mostra che 15 Regioni e Province Autonome hanno segnalato contagi, con Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia che insieme rappresentano il 79,5% del totale (101 su 127)4. Un dato che evidenzia una diffusione significativa in gran parte del territorio nazionale.
L’analisi demografica rivela che l’età mediana dei contagiati è di 30 anni, con il 52% che ha un’età compresa tra 15 e 39 anni e un ulteriore 24,4% con più di 40 anni4. Nonostante questo, l’incidenza più elevata (60,4 casi per milione) si registra nella fascia d’età 0-4 anni, la più vulnerabile alle complicanze. Particolarmente allarmante è il dato relativo ai bambini con meno di un anno: sono stati segnalati 8 casi in questa fascia d’età4, bambini troppo piccoli per essere vaccinati e che dipendono dall’immunità di comunità per essere protetti.
Il trend di crescita risulta evidente confrontando questi dati con quelli di gennaio: nei primi 31 giorni dell’anno erano stati registrati 70 casi (14,2 casi per milione di abitanti)1, mentre nel solo mese di febbraio se ne sono aggiunti altri 534, mostrando una progressione preoccupante.
Il legame tra bassa copertura vaccinale e diffusione del morbillo
Un dato che emerge con chiarezza dall’analisi epidemiologica è il legame tra stato vaccinale e contagio. Oltre il 90% dei casi di morbillo ha riguardato soggetti non vaccinati, mentre il 7% ha coinvolto persone vaccinate con una sola dose3. Questi numeri confermano quanto sostenuto dalla comunità scientifica: la scarsa copertura vaccinale è la causa principale della ripresa del virus.
Il problema non riguarda solo l’Italia. Secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), tra febbraio 2024 e gennaio 2025 sono stati registrati 32.265 casi di morbillo nei Paesi dell’UE, con l’Italia (1.097 contagi) seconda solo alla Romania (27.568)3. Anche a livello europeo, l’86% dei casi ha riguardato persone non vaccinate3.
La trasmissione del virus: famiglia e ambiente sanitario
Un aspetto rilevante riguarda gli ambiti di trasmissione del virus. Per il 48% dei casi segnalati in Italia nei primi due mesi del 2025, è noto l’ambito di contagio: il 55,7% ha contratto l’infezione in ambito familiare, mentre il 21,3% ha subito la trasmissione in ambito sanitario (ospedali o ambulatori)4. Quest’ultimo dato è particolarmente preoccupante, considerando che tra i casi segnalati, 13 sono operatori sanitari, di cui 10 non vaccinati4.
Anche nel mese di gennaio, tra i casi segnalati, 7 erano operatori sanitari (di cui 5 non vaccinati)1, evidenziando un problema di copertura vaccinale anche tra il personale medico e paramedico che dovrebbe essere in prima linea nella prevenzione.
Le complicanze del morbillo: non una semplice malattia esantematica
Il morbillo non è una banale malattia infantile, come talvolta viene erroneamente considerato. Le complicanze più frequentemente riportate nei casi italiani sono state diarrea e insufficienza respiratoria, con un caso di encefalite segnalato in un giovane adulto non vaccinato1. L’encefalite rappresenta una delle complicanze più gravi del morbillo, potenzialmente fatale o capace di causare danni neurologici permanenti.
L’appello dei pediatri: “Solo il vaccino protegge davvero”
Di fronte a questi dati allarmanti, la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha lanciato un chiaro appello: “La vaccinazione è l’unico mezzo per fermare la diffusione del morbillo”, ha dichiarato il Presidente della SIP, Rino Agostiniani3. “Per ottenere l’immunità di comunità e proteggere chi non può vaccinarsi è necessario raggiungere e mantenere nel corso del tempo una copertura superiore al 95% in tutte le fasce di età, ma siamo ancora lontani da questo obiettivo”, ha aggiunto3.
I pediatri sottolineano che l’unico strumento sicuro ed efficace per prevenire il morbillo e le sue complicazioni è la vaccinazione. Le evidenze scientifiche sono chiare: il morbillo è una malattia grave e altamente contagiosa, e senza un’adeguata copertura vaccinale il virus torna a diffondersi, mettendo a rischio la salute pubblica3.
Fake news sui vaccini: un ostacolo alla salute pubblica
Uno dei fattori che ostacolano la vaccinazione è la disinformazione che alimenta paure infondate. “Contrastare la disinformazione è essenziale per tutelare la salute pubblica”, afferma Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della SIP. “Dobbiamo fornire ai genitori informazioni chiare e scientificamente corrette, per aiutarli a prendere decisioni libere e consapevoli”3.
Le fake news sui vaccini rappresentano un problema di salute pubblica sempre più rilevante. Una review condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rilevato che fino al 51% dei post sui social media associati ai vaccini contiene informazioni false o fuorvianti2. Anche nei video di YouTube sulle malattie infettive emergenti, è stato riscontrato che il 20-30% contiene informazioni imprecise o fuorvianti2.
Tra le false informazioni che circolano, una delle più diffuse è che il vaccino MPR (morbillo, parotite, rosolia) sia collegato all’autismo, teoria che deriva da uno studio fraudolento pubblicato nel 1998 e successivamente ritirato3. Un’altra falsa credenza è che una corretta alimentazione o l’assunzione di vitamina A possano sostituire il vaccino, teoria scientificamente infondata purtroppo sostenuta anche da figure pubbliche di rilievo3.
Come contrastare la disinformazione sanitaria
Secondo l’OMS, gli effetti dell’infodemia e della disinformazione sanitaria online possono essere contrastati “sviluppando azioni e politiche legali, creando e promuovendo campagne di sensibilizzazione, migliorando i contenuti relativi alla salute nei mass media e aumentando l’alfabetizzazione digitale e sanitaria delle persone”2.
Le interpretazioni errate delle informazioni sanitarie, che aumentano durante epidemie e disastri, hanno spesso un impatto negativo sulla salute mentale delle persone e aumentano l’esitazione nei confronti del vaccino, potendo ritardare la fornitura di assistenza sanitaria2.
Le misure di sorveglianza e monitoraggio in Italia
L’Italia ha implementato un sistema di sorveglianza epidemiologica nazionale del morbillo e della rosolia, coordinato dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS e il Laboratorio Nazionale di riferimento per il Morbillo e la Rosolia, con il contributo della rete nazionale di Laboratori Regionali di Riferimento (MoRoNet)1.
Questo sistema di monitoraggio consente di tenere sotto controllo l’andamento della malattia e di identificare tempestivamente i focolai di contagio. L’analisi dell’andamento dei casi di morbillo segnalati in Italia da gennaio 2023 al 31 gennaio 2025 mostra un periodo di bassa incidenza fino ad agosto 2023, seguito da un aumento graduale fino a un picco nel mese di aprile 2024. Il numero di segnalazioni è diminuito nei mesi successivi fino a ottobre 2024, per poi risalire tra novembre 2024 e gennaio 20251.
Conclusioni: l’importanza della vaccinazione per proteggere i più vulnerabili
I dati presentati evidenziano l’importanza cruciale della vaccinazione come strumento di prevenzione del morbillo. Non solo per proteggere se stessi, ma anche e soprattutto per garantire l’immunità di comunità che protegge le persone più vulnerabili, come i bambini troppo piccoli per essere vaccinati o le persone immunocompromesse.
La sfida per il sistema sanitario italiano è duplice: da un lato aumentare la copertura vaccinale fino a raggiungere e mantenere quel 95% che garantisce l’immunità di comunità, dall’altro contrastare la diffusione di fake news e disinformazione sui vaccini, che minano la fiducia del pubblico nella scienza e nella medicina basata sulle evidenze.
L’appello dei pediatri è chiaro: vaccinarsi contro il morbillo è l’unica strada per proteggere se stessi e gli altri da una malattia altamente contagiosa e potenzialmente grave. La salute pubblica dipende dalle scelte individuali di ognuno di noi.
Fonti:1 Morbillo e Rosolia – I dati al 31 Gennaio 20252 Oms: “Il 51% dei post sui vaccini Covid sono fake news”3 Morbillo, i pediatri: “Solo il vaccino protegge davvero”4 Morbillo. “Dal 1 gennaio in Italia notificati 127 casi, 53 nel mese di febbraio”5 Sfatiamo le fake news sui vaccini per il Covid-19
Lavinia Giganti -Redazione
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