Mastopessi e mastoplastica riduttiva: differenze e indicazioni

Il seno rappresenta la sensualità di una donna. Per molte è più facile accettare un seno non perfetto, per altre, invece, non è proprio così.

Oggi, la chirurgia estetica ha compiuto dei veri e propri passi da gigante.

È infatti possibile modificare il proprio seno a nostro piacimento senza dover stravolgere la nostra figura.

La mastopessi e la mastoplastica riduttiva sono due interventi distinti, ma molto richiesti.

E tu conosci la differenza tra i due? Ne parliamo in questo approfondimento.

Il seno, negli anni, cambia

Prima di parlare di mastopessi e di mastoplastica riduttiva, sarà bene fare una piccola parentesi che, potrebbe sembrare scontata, ma vi garantiamo che non lo è affatto.

Nel corso degli anni, il corpo femminile, così come quello maschile, cambia inesorabilmente. I fattori potrebbero essere tantissimi, ma quelli maggiormente determinati sono:

  • eventuali gravidanze,
  • allattamento,
  • aumenti o perdite di peso importanti,
  • forza di gravità,

E, chiaramente, quando si parla di “cambiamenti fisici legati al tempo che, inesorabilmente, passa”, ci si riferisce a tutto il corpo, seno compreso.

Tenersi in forma praticando attività fisica, avere una alimentazione corretta e uno stile di vita sano, è importantissimo. Purtroppo però, spesso non è sufficiente. E qui, la genetica svolge un ruolo determinante: la lassità cutanea si manifesta in modo differente da donna a donna.

Fortunatamente, oggi, la chirurgia estetica è in grado di aiutare tutte quelle donne che desiderano ringiovanire il proprio seno per sentirsi meglio e maggiormente a loro agio.

Cos’è la mastopessi

La mastopessi rappresenta una procedura chirurgica che ha come obiettivo quello di donare alla paziente una nuova forma sollevando un seno ormai cadente.

Questo intervento di chirurgia estetica si rivolge a quelle pazienti che hanno un complesso areola capezzolo che è andato oltre al solco sotto mammario.

Quando rimandare l’intervento di mastopessi

Se desideri avere una o più gravidanze, sarà meglio rimandare l’intervento di mastopessi. Il motivo è presto detto: il volume del seno cambia drasticamente durante la gravidanza e successivamente con l’allattamento. Mentre, subito dopo, si manifesta una atrofia post-gravidica del tutto naturale anch’essa.

Per cui, sarà meglio rimandare l’intervento di mastopessi a quando saremo sicure di non desiderare altre gravidanze.

Fare questo tipo di intervento “subito prima” o nel “mentre” sarebbe del tutto inutile per i motivi appena descritti: il risultato verrebbe drasticamente alterato dai cambiamenti fisiologici della paziente.

In cosa consiste un intervento di mastopessi

Le tecniche di lavoro sono diverse e, in base alle caratteristiche della paziente, si sceglie la metodologia più idonea.

Ptosi mammarie di I grado, possono beneficiare di una tecnica peri areolare, in cui la cicatrice viene posizionata nel contorno dell’areola.

Ptosi mammarie più importanti invece necessiteranno di una tecnica con cicatrice a T invertita, ovvero una cicatrice periarolare alla quale si aggiungono una cicatrice nel solco sottomammario e un’altra cicatrice verticale a collegare queste due.

L’intervento ha la durata di circa 1.5h.

Spesso, per andare a riempire principalmente il polo superiore, che appare svuotato, viene utilizzata una protesi mammaria.

Al termine dell’intervento vengono posizionati dei cerotti impermeabili sulle ferite e viene fatto indossare il reggiseno post operatorio.

Per questo intervento non vengono utilizzati drenaggi.

L’intervento di mastopessi prevede la somministrazione dell’anestesia generale.

Il post-operatorio richiede l’indosso di un reggiseno conformato per almeno 6 settimane consecutive: le prime tre, giorno e notte, mentre, le seconde tre, solamente di giorno.

I primi punti di sutura sono riassorbibili e non devono essere rimossi.

È consigliato, infine, attenersi a riposo e astensione da sforzi e sollevamento di pesi per tre settimane. Mentre, per quanto riguarda l’attività sportiva, sarà bene attendere almeno quattro settimane.

Parliamo ora di mastoplastica riduttiva

La mastoplastica riduttiva è l’intervento  necessario qualora la paziente abbia il desiderio di diminuire il volume e la grandezza del proprio seno.

L’operazione viene eseguita in anestesia totale. Durante l’intervento l’obiettivo del chirurgo è quello di eliminare parte dei tessuti eccedenti delle mammelle, quindi: adiposo, ghiandolare e il rivestimento cutaneo.

L’esito cicatriziale è sempre quello di una cicatrice a T invertita.

L’intervento ha una durata di circa 2 ore, al termine del quale vengono posizionati dei cerotti impermeabili sulle ferite e viene fatto indossare il reggiseno post operatorio.

Per questo intervento non vengono utilizzati drenaggi.

Il post-operatorio richiede l’indosso di un reggiseno conformato per almeno 6 settimane consecutive: le prime tre, giorno e notte, mentre, le seconde tre, solamente di giorno.

I primi punti di sutura sono riassorbibili e non devono essere rimossi.

È consigliato, infine, attenersi a riposo per circa due settimane. Mentre, per quanto riguarda l’attività sportiva, sarà bene attendere almeno quattro settimane.

La mastoplastica riduttiva può avvenire in qualsiasi momento della tua vita, tuttavia, si consiglia di aspettare la fine dello sviluppo adolescenziale.

Quando dire sì alla mastoplastica riduttiva

La mastoplastica riduttiva non ha sempre una finalità puramente estetica. Piuttosto, molte volte, un seno particolarmente grande può contribuire a dei disagi fisici e mentali.

Anzitutto dobbiamo tenere conto del dolore cronico alla schiena, al collo e alle spalle. I seni grandi pesano non poco e, a lungo andare, possono provocare dolori.

Dobbiamo tenere in considerazione anche le irritazioni croniche o ricorrenti che, spesso, vengono prodotte nella parte inferiore a causa dello sfregamento. Anche questo aspetto, a lungo andare, diventa fastidioso, oltre che doloroso.

Un seno grosso è anche causa di profondi solchi sulle spalle: il reggiseno deve sostenere un peso non indifferente e quindi le bretelle lasciano dei segni importanti su, appunto, le spalle.

Dopodiché ti citiamo anche la difficoltà mentre si dorme e l’impossibilità di fare una normale attività fisica.

Monica Penzo

La redazione in collaborazione con il Dott. Matteo Murolo – Medico e Chirurgo Plastico


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