Ipertrofia Prostatica Benigna: 3 motivi per trattarla con l’embolizzazione

In questo articolo potrai approfondire quali sono i vantaggi dell’embolizzazione come trattamento per l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), compresa la minimizzazione degli effetti collaterali e la rapida ripresa.

Abbiamo intervistato il Dr. Tommaso Lupattelli, radiologo interventista e massimo esperto di embolizzazione.

Indice:


Cos’è l’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB)


L’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB), comunemente nota come ingrossamento della prostata, è una condizione comune tra gli uomini anziani, caratterizzata dalla crescita non cancerogena della ghiandola prostatica. Questo aumento di dimensioni può causare sintomi fastidiosi come difficoltà nella minzione, minzione frequente e sensazione di svuotamento incompleto della vescica. È importante distinguere l’IPB dal cancro alla prostata, poiché le modalità di trattamento e gestione sono diverse.

Farmaci per l’IPB

I farmaci rappresentano una delle prime linee di trattamento per l’ipertrofia prostatica benigna (IPB). Gli alfa-bloccanti e gli inibitori della 5-alfa-reduttasi sono i due principali tipi di farmaci prescritti per alleviare i sintomi urinari associati all’IPB. Tuttavia, è importante notare che mentre questi farmaci possono essere efficaci nel migliorare i sintomi urinari, non affrontano direttamente la causa sottostante dell’ingrossamento della prostata. Inoltre, possono essere associati a effetti collaterali come vertigini, disfunzione erettile e eiaculazione retrograda.


Terapie mininvasive per IPB

Le terapie mini invasive rappresentano un’opzione intermedia per i pazienti con ipertrofia prostatica benigna (IPB) che non rispondono adeguatamente ai farmaci o che non desiderano sottoporsi a un intervento chirurgico invasivo. Queste includono procedure come la termoterapia transuretrale a microonde (TUMT), la resezione transuretrale della prostata (TURP) e la vaporizzazione della prostata con laser. Anche se queste procedure possono fornire sollievo sintomatico, possono comportare rischi e complicazioni come infezioni, sanguinamento e disfunzione sessuale.


L’opzione dell’embolizzazione per l’IPB


L’embolizzazione prostatica è una procedura innovativa che offre una soluzione efficace per i pazienti con ipertrofia prostatica benigna (IPB). Questa procedura mira a ridurre le dimensioni della prostata attraverso la chiusura selettiva delle arterie che la alimentano, riducendo così il flusso sanguigno e conseguentemente la dimensione della ghiandola.


Tra i principali motivi per trattare l’IPB con l’embolizzazione, vi sono:

  1. Minimizzazione degli effetti collaterali: a differenza delle terapie tradizionali che possono causare effetti collaterali indesiderati, l’embolizzazione prostatica è associata a minori rischi di complicazioni. Poiché è una procedura minimamente invasiva, comporta un minor rischio di infezioni, sanguinamento e dolore post-operatorio.
  2. Ripresa rapida: dopo aver subito un’ embolizzazione prostatica, la maggior parte dei pazienti sperimenta una rapida ripresa e può tornare alle normali attività quotidiane entro pochi giorni. Rispetto alle terapie chirurgiche tradizionali, che richiedono tempi di recupero più lunghi e un periodo di degenza ospedaliera, l’embolizzazione offre un recupero più veloce e una minore interruzione della routine quotidiana.
  3. Preservazione della funzione sessuale: uno dei vantaggi significativi dell’embolizzazione prostatica è la sua capacità di preservare la funzione sessuale. Poiché non comporta la rimozione della prostata o danni ai nervi circostanti, come avviene con interventi chirurgici più invasivi, l’embolizzazione può ridurre i sintomi urinari senza compromettere la funzione erettile.


Cosa aspettarsi dopo l’embolizzazione prostatica


Dopo aver subito un’ embolizzazione prostatica per trattare l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), è importante comprendere cosa ci si può aspettare durante il periodo di recupero e oltre.
Ecco una panoramica di ciò che i pazienti possono anticipare dopo la procedura:


Fase post-intervento embolizzazione


Subito dopo l’embolizzazione prostatica, è comune sperimentare alcuni sintomi e sensazioni. Questi possono includere:

  • Dolore: è normale provare un certo grado di dolore o disagio nella zona pelvica e nella regione lombare. Tuttavia, il dolore solitamente diminuisce entro pochi giorni e può essere gestito con analgesici prescritti dal medico.
  • Minzione frequente: nei primi giorni dopo l’embolizzazione, è possibile che si verifichi un aumento della frequenza urinaria o una sensazione di urgenza. Questo è dovuto al processo di guarigione e alla riduzione del flusso sanguigno alla prostata. Con il passare del tempo, questi sintomi tendono a migliorare.
  • Sanguinamento: potrebbe verificarsi un lieve sanguinamento durante la minzione o nelle urine. Questo è normale e di solito si risolve spontaneamente. Tuttavia, è importante segnalare al medico se il sanguinamento diventa eccessivo o persistente.

Recupero e ripresa delle normali attività


La maggior parte dei pazienti sperimenta una rapida ripresa dopo l’embolizzazione prostatica. Di solito è possibile riprendere le normali attività quotidiane entro pochi giorni dalla procedura. Tuttavia, è consigliabile evitare sforzi e attività fisiche intense per almeno una settimana per consentire alla zona trattata di guarire completamente.
Durante il periodo di recupero, è importante seguire le istruzioni del medico e prendersi cura della zona trattata.

Ciò può includere:

  • Assunzione di farmaci: Seguire attentamente le istruzioni del medico riguardo agli analgesici o ad altri farmaci prescritti per gestire il dolore o prevenire le infezioni.
  • Monitoraggio dei sintomi: Tenere traccia dei sintomi urinari e segnalare al medico eventuali cambiamenti significativi o persistenti.
  • Seguire il piano di follow-up: Il medico programmerà appuntamenti di follow-up per valutare il progresso e l’efficacia della procedura. È importante partecipare a questi appuntamenti per garantire un recupero ottimale.


Miglioramento dei sintomi nel lungo termine


Nel corso delle settimane e dei mesi successivi all’embolizzazione prostatica, molti pazienti notano un miglioramento significativo dei sintomi urinari associati all’ipertrofia prostatica benigna (IPB). La riduzione delle dimensioni della prostata e il miglioramento del flusso urinario contribuiscono a una migliore qualità della vita e a un maggiore comfort.


Dopo l’embolizzazione prostatica quindi ci si può aspettare un periodo di recupero relativamente breve, con miglioramenti progressivi dei sintomi urinari nel corso del tempo. È importante seguire le indicazioni del medico e partecipare ai controlli di follow-up per garantire un recupero ottimale e duraturo.


L‘embolizzazione prostatica emerge come un’opzione terapeutica promettente per i pazienti con ipertrofia prostatica benigna (IPB), offrendo vantaggi significativi come la minimizzazione degli effetti collaterali, una rapida ripresa e la preservazione della funzione sessuale. E’ infatti l’unica tecnica ad oggi disponibile a non provocare mai l’eiaculazione retrograda. Essendo eseguita da un medico diverso dall’urologo e cioè il radiologo interventista è estremamente importante rivolgersi solo ed esclusivamente a quest’ultimo per approfondire la conoscenza di questa tecnica. Troppo spesso infatti il paziente giunge all’osservazione del radiologo interventista con informazioni parziali o fuorvianti perché ricevute in maniera spesso sommaria da altri specialisti che non eseguendo la tecnica non sono molto spesso in grado di informare adeguatamente e correttamente il paziente riguardo l’embolizzazione. Tecnica che negli USA sta progressivamente diventando una delle scelte principali del paziente affetto da ipertrofia prostatica.

La redazione in collaborazione con il Dott. Tommaso Lupattelli Chirurgo Interventista a Milano


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