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Le tre dimensioni della fisioterapia: cura, prevenzione e riabilitazione per tornare al movimento

Le tre dimensioni della fisioterapia

La fisioterapia è una delle discipline sanitarie più trasversali e vitali per la qualità della vita moderna. In un’epoca in cui la sedentarietà, lo smart working e le posture scorrette dominano le nostre giornate, il fisioterapista non è più solo un tecnico del recupero, ma un professionista della salute globale, capace di prevenire, curare e riabilitare.

È questo il concetto espresso dai fisioterapisti dr. Davide Donnarumma e dr. Daniele Di Nunzio, fondatori di uno studio specializzato che ha scelto come motto “Le tre dimensioni della fisioterapia”: un approccio che integra prevenzione, cura e riabilitazione in un unico percorso di salute.

La fisioterapia oggi: più che cura, prevenzione e movimento

Un nuovo ruolo per il fisioterapista

Il dottor Davide Donnarumma apre la riflessione chiarendo un concetto chiave: «Il fisioterapista non è solo un riabilitatore, ma si occupa anche di prevenzione e di cura del paziente».

Un ruolo che, come spiega, oggi viene riconosciuto ufficialmente anche dal Ministero della Salute: il fisioterapista è a tutti gli effetti un professionista sanitario che interviene a più livelli-dalla gestione del dolore al recupero motorio, fino alla prevenzione delle recidive.

«Il fisioterapista deve sì occuparsi della cura, quindi andare sul sintomo con tecniche specifiche, ma anche di prevenzione», sottolinea Donnarumma. «Si parla di prevenzione per evitare l’insorgenza di patologie oppure, nel caso in cui ci fossero già, per non favorire le recidive».

Dalla riabilitazione al ritorno alla vita quotidiana

Il terzo pilastro del lavoro fisioterapico è la riabilitazione, un percorso che-come spiega Donnarumma-non si limita a “recuperare un’articolazione”, ma punta al reinserimento globale del paziente nel suo ambiente.

«Il compito del fisioterapista è far reinserire il paziente in un ambiente sociale, rifacendogli fare le azioni di vita quotidiana a cui era abituato».

In altre parole, la fisioterapia non finisce sul lettino: comincia quando il paziente torna a camminare, lavorare, muoversi, vivere.

Cervicale e vita sedentaria: il nemico silenzioso della postura

Dolore cervicale e postura scorretta

Il dottor Daniele Di Nunzio affronta uno dei disturbi più diffusi del nostro tempo: il dolore cervicale, una condizione che secondo l’OMS colpisce fino al 70% della popolazione almeno una volta nella vita.

«Il dolore cervicale è strettamente legato alle posture che tutti noi utilizziamo durante la giornata» spiega. «Quelle che assumiamo in ambito lavorativo, universitario o domestico, e soprattutto ai lunghi periodi di immobilità».

Sedersi per ore davanti a uno schermo, senza pause o movimento, sovraccarica le strutture muscolari del collo e delle spalle, riducendo la mobilità e causando tensioni croniche.

I consigli pratici del fisioterapista

«Un piccolo accorgimento potrebbe essere sollevare un pochino lo schermo del computer e orientarlo verso il viso, abbassando leggermente la sedia per ridurre il carico cervicale», suggerisce Di Nunzio.

Aggiunge poi: «È utile fare delle pause attive, alzarsi, fare qualche esercizio di stretching o camminare un po’. Anche una sedia ergonomica con supporto lombare e cervicale può aiutare a evitare rigidità e pesantezza a fine giornata».

Questi consigli, semplici ma fondamentali, rappresentano quella che lui definisce “una concreta forma di prevenzione dei dolori cervicali”.

Approfondimento scientifico

Numerosi studi confermano il legame tra postura sedentaria e dolore cervicale. Secondo una revisione del Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy (JOSPT), i principali fattori di rischio sono l’uso prolungato del computer, l’assenza di pause attive e il mantenimento di posizioni statiche per più di 30 minuti consecutivi.

L’approccio più efficace è multimodale: educazione posturale, esercizio terapeutico mirato e riaddestramento neuromuscolare. La fisioterapia moderna non si limita a trattare il dolore, ma agisce sulla causa meccanica che lo genera, correggendo abitudini e schemi motori scorretti.

Il dolore lombare: quando la schiena “parla” di noi

Una patologia sociale

Il mal di schiena, o lombalgia, è il secondo disturbo più diffuso al mondo dopo il raffreddore comune. Il dottor Donnarumma lo definisce “un dolore molto comune, così come la cervicalgia” e precisa che “è causato spesso da posture errate o da movimenti sbagliati che la persona fa durante la vita di tutti i giorni”.

Un gesto apparentemente banale, come sollevare una cassa d’acqua o chinarsi per prendere qualcosa, può scatenare una contrattura o un’ernia lombare se compiuto in modo scorretto.

L’errore più frequente: fermarsi troppo

«L’errore più frequente-spiega Donnarumma-è pensare che, avendo dolore, serva il riposo assoluto o un farmaco. Ma il farmaco toglie il sintomo, non la causa, che spesso è di origine meccanica o posturale».

La terapia del movimento, invece, è la chiave per spezzare il circolo del dolore. «Sono consigliati esercizi specifici per rinforzare il tono muscolare dei paravertebrali e del core addominale. Così la colonna è più stabile e il dolore si riduce».

Approfondimento scientifico

L’OMS e il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) indicano l’esercizio fisico come prima scelta terapeutica per la lombalgia cronica, al di sopra di farmaci o riposo prolungato (NICE Guidelines, 2020).

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 90% dei casi di lombalgia migliora entro sei settimane con un approccio attivo, basato su esercizio controllato, fisioterapia personalizzata e correzione delle posture quotidiane.

Su dossiersalute.com è disponibile un approfondimento su come prevenire il dolore lombare con la fisioterapia posturale.

Le tre dimensioni della fisioterapia: un metodo integrato

Il significato del loro slogan

Quando si parla delle “Tre dimensioni della fisioterapia”, il dottor Di Nunzio lo spiega così: «Le tre dimensioni sono la cura, la riabilitazione e la prevenzione. Il nostro metodo si fonda proprio sull’integrazione di questi tre fattori fondamentali».

Questo significa che ogni paziente viene seguito dall’inizio alla fine del percorso: «Si inizia da una valutazione a tutto tondo, si prosegue con la cura del deficit, la riabilitazione del gesto che non riesce più a eseguire, e infine la prevenzione delle recidive».

Un approccio che, come sottolinea Di Nunzio, «mette il paziente al centro e lo accompagna in tutte le fasi del trattamento, fino al ritorno in salute».

L’approccio biopsicosociale

Questa visione si inserisce perfettamente nel modello biopsicosociale oggi adottato dall’OMS, che considera la salute come l’interazione tra corpo, mente e ambiente.

Secondo una ricerca pubblicata sul BMJ Open (BMJ, 2022), l’approccio multidimensionale in fisioterapia aumenta la soddisfazione del paziente e riduce del 30% il rischio di recidiva nei disturbi muscoloscheletrici.

Prevenzione e movimento: l’allenamento quotidiano della salute

Prevenire è curare

Il concetto di prevenzione è il cuore del loro messaggio. Come ricorda Donnarumma: «Si parla di prevenzione per un’insorgenza di patologie oppure, nel caso in cui ci fossero già, per non favorire le recidive».

Questo vale tanto per il giovane sportivo quanto per chi lavora otto ore davanti a un computer. La prevenzione non è un “lusso”, ma un investimento sulla qualità della vita.

Educazione al movimento

«È importante-aggiunge Di Nunzio-che il paziente impari ad ascoltare il proprio corpo. Anche un minuto di stretching o una breve pausa attiva durante il lavoro può cambiare la giornata».

L’educazione al movimento è parte integrante della fisioterapia moderna: insegnare al paziente come gestire il proprio corpo riduce la dipendenza dai trattamenti passivi e costruisce autonomia.

Il ruolo del fisioterapista nella società

Il fisioterapista, oggi, non è più “chi ti fa stare meglio dopo un infortunio”. È un educatore del benessere, un professionista che lavora per prevenire prima ancora che curare.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che l’attività fisica regolare è uno dei più potenti strumenti di prevenzione per malattie cardiovascolari, diabete, obesità e disturbi muscoloscheletrici.

Per approfondire

Vuoi scoprire di più sul ruolo della fisioterapia nella salute moderna? Su dossiersalute.com trovi numerosi articoli dedicati a prevenzione, riabilitazione e movimento

 

Fonti

  1. NICE Clinical Guidelines NG59, “Low back pain and sciatica in over 16s”, 2020.
  2. World Health Organization, Global Recommendations on Physical Activity for Health, 2023.
  3. Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy, “Neck Pain Clinical Practice Guidelines”, 2017.
  4. BMJ Open, “Impact of Biopsychosocial Model in Physiotherapy Outcomes”, 2022.
  5. Istituto Superiore di Sanità, “Linee guida per la lombalgia cronica”, 2021.

foto:freepik

La redazione in collaborazione con Dr. Davide Donnarumma- Dr. Daniele Di Nunzio

FAQ

Perché aiuta a prevenire patologie e recidive, migliorando postura, mobilità e forza muscolare.

Dipende dal caso: anche una o due sedute al mese, associate a esercizi domiciliari, possono essere sufficienti per la prevenzione.

No: i farmaci alleviano il sintomo ma non risolvono la causa, che spesso è di natura meccanica o posturale.

Sì, è efficace per migliorare la qualità del movimento, ridurre stress muscolare e prevenire disturbi.

Indica un metodo integrato basato su cura, riabilitazione e prevenzione, che accompagna il paziente lungo tutto il percorso di salute.

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