Dossier Salute

Rinoplastica e rinosettoplastica: guida completa

Rinoplastica e rinosettoplastica

Questo articolo approfondisce in modo chiaro rinoplastica e rinosettoplastica, spiegando indicazioni, tecniche e tempi di recupero alla luce delle migliori evidenze. Le parole integrali del dott. Alberto Orlandi – chirurgo estetico e funzionale del naso con oltre trent’anni di esperienza – sono riportate tra virgolette per guidare il lettore con la sua voce clinica autorevole.

Dottore, ci spiega a colpo d’occhio quando una rinoplastica è solo estetica e quando invece parliamo di rinosettoplastica che migliora anche la respirazione?

“Beh, sono due cose. Ne ho una domani mattina, in cui coesistono sia la parte estetica, quindi quello che non è amato dal paziente, che può essere la gobba, la punta grossa, sono migliaia le possibilità di che diversificano un paziente da un altro, a cui viene a volte aggiunta anche la parte funzionale; quindi, quando non si respira o per una deviazione al setto, che è la parte che divide narici destra a sinistra, oppure perché ci sono delle ipertrofie, dei turbinati e sono delle mucose interne.”

Definizioni chiare: cosa cambia tra rinoplastica e rinosettoplastica

Nel linguaggio comune rinoplastica significa rimodellare la forma del naso; quando all’aspetto estetico si associa la correzione di un ostacolo al flusso d’aria (per es. deviazione del setto nasale o ipertrofia dei turbinati), si parla più propriamente di rinosettoplastica o rinoplastica funzionale. Le principali società scientifiche indicano che l’obiettivo può essere duplice: migliorare la forma e ripristinare la funzione respiratoria con un unico percorso chirurgico quando indicato. Per un inquadramento evidence-based si vedano le Linee guida della American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery e l’approfondimento clinico su Otolaryngology-Head and Neck Surgery .

Anatomia “chiave”: setto, valvola, turbinati

Per capire quando la rinosettoplastica ha senso, conta l’anatomia. Il setto divide le due fosse nasali; i turbinati (strutture mucose interne) condizionano resistenza e umidificazione dell’aria; la valvola nasale è il punto più stretto dell’intero condotto. Strumenti diagnostici e test funzionali (endoscopia, valutazione della valvola, eventualmente rinomanometria) aiutano a distinguere un problema puramente morfologico da uno ostruttivo. Il Position Paper europeo sugli strumenti diagnostici in rinologia e i documenti EPOS sono un riferimento utile anche per i non addetti ai lavori.

Benefici attesi: qualità di vita e respiro

La letteratura documenta miglioramenti clinicamente significativi della qualità di vita dopo settoplastica o rinosettoplastica in pazienti con deviazione del setto e ostruzione nasale: studi prospettici e trial pragmatici mostrano riduzione dei punteggi NOSE/VAS e superiorità dell’intervento rispetto alla gestione conservativa in selezionati adulti. Per la sintesi si veda il commento dell’NIHR sull’RCT pragmatico britannico (evidence review) e analisi più recenti

Letture correlate su Dossier Salute

Per approfondire i concetti base con un taglio divulgativo e orientato al paziente: Deviazione del setto nasale, un’introduzione chiara su cause e rimedi; panoramica aggiornata su Rinoplastica 2025 e differenze tra rinoplastica ultrasonica e tradizionale.

Come sceglie l’approccio giusto da un paziente all’altro?

“Beh, allora il paziente mi deve dire qual è il problema. Il problema estetico. Gestiamo il problema estetico. Se il paziente, oltre al problema estetico, ha un problema di carattere funzionale, gestiamo anche prima si fa la parte funzionale e poi si fa la parte estetica.”

Valutazione pre-operatoria: dal colloquio agli esami mirati

Il colloquio strutturato è il primo “esame”: chiarisce obiettivi realistici, aspettative e priorità (estetica, funzione o entrambe). Si associano anamnesi (allergie, riniti, traumi), ispezione e endoscopia; imaging (TC) solo quando serve a decisioni chirurgiche. Gli statement internazionali sottolineano l’importanza della decisione condivisa e dell’uso di PROMS (es. NOSE) per misurare il beneficio.

Scelta delle tecniche: approccio aperto o chiuso, gestione del dorso e della valvola

La tecnica (incisione esterna vs endonasal, preservazione del dorso, innesti, gestione della valvola nasale) si seleziona sul caso specifico e sull’esperienza dell’équipe. La valvola nasale è cruciale: quando collassa, correggere solo il setto o i turbinati non basta; le società scientifiche raccomandano di trattare concomitantemente tutti i fattori anatomici in gioco.  

Alternative e limiti: quando il rinofiller non basta

Il rinofiller può camuffare piccole irregolarità, ma non corregge deviazioni del setto o ostruzioni valvolari; in questi scenari resta indicata la chirurgia.

Dopo l’intervento si porta un piccolo gessetto: quando si torna alla vita normale? E può servire un secondo intervento?

“Allora, la guarigione delle dei pazienti è sempre molto soggettiva. Il gesso si tiene circa 8 giorni, tamponi 2 giorni, 8 giorni il gesso. Premetto che il non utilizzare i tamponi, soprattutto quando c’è la parte funzionale, (e alcuni colleghi lo fanno), secondo me è un grosso errore perché la stabilità del setto, che è quella lamina interna che divide, come ho detto prima, narice destra a sinistra, è fondamentale che rimanga in sede; quindi, i tamponi la mantengono in sede. Il toglierli, a volte, è un po’ per i pazienti un po’ diciamo preoccupante. In realtà se è gestito con dolcezza il paziente non soffre più di tanto nel togliere il”

Gesso, splint e tamponi: cosa dice la letteratura

Nella pratica, dopo la rino (rino-setto) plastica si impiegano splint esterni (“gessetto”) e splint interni o packing. Sull’uso routinario dei tamponi la letteratura è variegata: diverse metanalisi e RCT indicano che il packing dopo settoplastica può non ridurre complicanze e può aumentare disagio, dolore, disturbi del sonno, aderenze, mentre tecniche alternative (sutura trans-setto, splint in silicone) danno risultati sovrapponibili o migliori; altri studi evidenziano scenari specifici in cui il packing può aiutare (per esempio, sanguinamento a rischio). In sintesi: la scelta è personalizzata su anatomia e tecnica utilizzata.

Ritorno alla vita quotidiana: tempi realistici

Le indicazioni dei servizi sanitari pubblici (utili come bussola) descrivono un percorso tipico: 1-2 settimane lontano dal lavoro/scuola, rimozione di splint e/o punti dopo circa 7-10 giorni, ripresa graduale delle attività con attività intensa e sport di contatto dopo 4-6 settimane; l’edema residuo può durare mesi e la definizione della punta può richiedere fino a 6-12 mesi. Schede paziente del NHS e dei Trust ospedalieri britannici confermano questa finestra temporale; la Cleveland Clinic indica fino a un anno per la guarigione completa (variabile da persona a persona).

E se servisse una revisione?

Una quota minoritaria di pazienti richiede una rinoplastica secondaria. Le serie pubblicate riportano un intervallo di ~3-15% (dipende da casistica, tecniche, mix estetico/funzionale e durata del follow-up). Fattori: anatomia complessa, cicatrice interna, aspettative non allineate.

I tempi di recupero quali sono, concretamente?

“Mah, sono sempre soggettivi. Però devo dire che il paziente mediamente in 15 giorni torna anche ad un’attività lavorativa normale. Tolto il gesso, ha solo dei cerottini ancora per una settimana, quindi già può lavorare. È chiaro che l’evoluzione della guarigione avviene nel tempo, quindi ci sono sicuramente degli step che variano da soggetto a soggetto, ma nel giro di un mese il paziente è in condizioni perfette. Poi il gonfiore che è sempre soggettivo può anche evolvere magari in maggior tempo, però comunque diciamo che, se non fa sport in cui ci sia la possibile compromissione dell’esito, quindi attenzione, non prendere colpi, pallonate, sport violenti. Ecco, è chiaro che poi la gestione è abbastanza rapida.”

Timeline sintetica e accorgimenti pratici

  • 0-48 ore: riposo, testa elevata, ghiaccio intorno (non sul dorso) per gonfiore/ecchimosi; farmaci secondo indicazioni.
  • Giorni 3-7: lividi in regressione; controllo clinico; igiene nasale con lavaggi salini.
  • Settimana 1-2: rimozione splint/cerottaggi; rientro lavorativo/accademico (se non fisicamente impegnativo).
  • Settimane 3-6: ripresa graduale dell’attività fisica; no sport di contatto/urti.
  • Mesi 3-12: modellamento fine di punta e dorso; valutazione dell’esito.

Questa progressione è coerente con le schede paziente del NHS e con i centri accademici citati sopra.

Qualità di vita: cosa migliora e quando

Miglioramenti di respiro, sonno e attività quotidiane sono documentati con questionari standardizzati (NOSE, SF-36) già a 3 mesi, con consolidamento entro 12 mesi. Evidenze in adulti (trial pragmatici, systematic review) e in popolazioni selezionate mostrano un impatto favorevole e duraturo.

Quando associare la riduzione dei turbinati?

In presenza di ipertrofia dei turbinati con impatto ostruttivo, la riduzione (con tecniche conservative) può essere associata alla setto plastica per ottimizzare il risultato respiratorio, come previsto nei protocolli di trial e review.

L’intervento è doloroso? Molti ne hanno paura.

“Non è un intervento annoverato tra quelli dolorosi. Ci sono interventi più dolorosi di questo. È un intervento che dà un po’ di fastidio, i primi due giorni per i tamponi, però non mi è mai stato riferito in 30 anni di lavoro un grande dolore postoperatorio.”

Cosa dicono gli studi sul dolore post-operatorio

Le rassegne e gli studi prospettici indicano che, in media, il dolore dopo rino/settoplastica è lieve-moderato e decresce rapidamente nei primi 2-3 giorni; il fabbisogno di oppioidi è basso e riducibile con protocolli multimodali (paracetamolo/ibuprofene ± tecniche anestesiologiche).

Gestione pratica del fastidio e dell’edema

Indicazioni frequenti (da validare col proprio chirurgo): testa sollevata per dormire, impacchi freddi peri-orbitali nelle prime 48 ore, lavaggi salini regolari, evitare aspirina/antiaggreganti salvo diversa prescrizione, astenersi da sport di contatto finché autorizzati. Queste misure sono coerenti con le schede paziente dei Trust NHS e con guide cliniche universitarie (UHCW-leaflet).

Quindi, niente paura della rinoplastica?

“Ma anche perché è l’intervento, secondo me, più creativo della chirurgia estetica, il mio punto di vista, ed è un intervento che cambia completamente la qualità di vita e il rapporto con gli altri, cosa molto importante.”

Creatività chirurgica sì, ma con realismo e sicurezza

La rinoplastica richiede pianificazione e comunicazione chiara per allineare obiettivi e limiti biologici. Le complicanze maggiori sono infrequenti (stima variabile 1,7-18% a seconda delle coorti) e la maggior parte dei percorsi decorre senza eventi severi. Un’adeguata informazione pre-operatoria riduce la probabilità di insoddisfazione e la richiesta di revisione.

Materiali e innesti: perché spesso si preferisce cartilagine autologa

Nelle rinoplastiche strutturali o ricostruttive, l’uso di cartilagine autologa (setto/orecchio/costa) risulta, in sintesi, associato a buona soddisfazione e tassi di complicanze generalmente contenuti rispetto ad alcuni materiali alloplastici-pur con eccezioni dipendenti dal caso clinico e dall’esperienza.

Letture correlate su Dossiersalute

Per chi affronta situazioni complesse o esiti pregressi: Rinoplastica ricostruttiva (naso a sella). Per scenari di revisione: Rinoplastica secondaria.

Per approfondire

Se vuoi esplorare altri aspetti pratici e scegliere consapevolmente, su dossiersalute.com trovi articoli autorevoli e aggiornati:

 

Fonti

  1. Linee guida AAO-HNS: Improving Nasal Form and Function After Rhinoplasty. (entnet.org)
  2. NHS: Nose reshaping (rhinoplasty): recovery. (nhs.uk)
  3. Scientific Reports (2024): Septoplasty e qualità di vita. (Nature)
  4. Metanalisi (Rhinology, 2021): Nasal packing dopo settoplastica. (PubMed)
  5. Cleveland Clinic: Rhinoplasty-recovery time. (Cleveland Clinic)

foto:freepik

La redazione in collaborazione con ilo dr. Alberto Orlando, chirurgo estetico

FAQ

Il dorso si definisce in poche settimane, ma la punta richiede più tempo: 6–12 mesi per l’assestamento completo (varia da persona a persona). Riferimenti NHS e Cleveland Clinic.

Attività leggere si riprendono gradualmente; per sforzi intensi e sport di contatto si attendono 4–6 settimane (o quanto indicato dal chirurgo).

Sì, in selezionati pazienti con ostruzione documentata: diversi studi e trial pragmatici mostrano miglioramenti significativi dei punteggi NOSE/SF-36.

Sì, in selezionati pazienti con ostruzione documentata: diversi studi e trial pragmatici mostrano miglioramenti significativi dei punteggi NOSE/SF-36.

Nelle serie pubblicate la revisione varia in media tra ~3% e 15%; prevenzione = corretta selezione e comunicazione pre-operatoria.

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