Da anni ripetiamo che “fare sport fa bene”. Ma tra il consiglio generico e la prescrizione dell’esercizio fisico c’è di mezzo un mondo: valutazioni cliniche, obiettivi misurabili, intensità e progressioni calibrate, monitoraggio nel tempo. È qui che la figura del chinesiologo clinico diventa decisiva, soprattutto se inserita in un’alleanza operativa con il medico di base e gli specialisti.
Lo spiega con chiarezza il dottor Samuele Bianchini, chinesiologo clinico: “Sono qui a parlare della prescrizione dell’esercizio fisico”. E subito introduce un tema scomodo ma necessario, quello delle disuguaglianze territoriali: “La situazione più grave forse è nel Centro-Sud… per parametri culturali, scarsa cultura della prevenzione, limitata formazione degli operatori, mancanza di protocolli strutturati e carente collaborazione tra sanità e territorio, oltre a problemi economici e sociali”.
In altre parole, dove l’organizzazione territoriale è fragile, l’esercizio come terapia fatica a diventare prassi. Eppure, le evidenze internazionali sono inequivocabili: l’attività fisica regolare riduce rischio cardiovascolare, diabete, alcuni tumori, depressione e disabilità, e va “dosata” come un farmaco in base alla persona e alla sua storia clinica. Le linee guida dell’OMS e i documenti dell’ACSM definiscono chiaramente “quanto” movimento serve e come impostarlo, distinguendo per età e condizioni (gravidanza, cronicità, disabilità).
Dal consiglio alla prescrizione: cosa cambia davvero
Un atto professionale, non un invito generico
Il dottor Bianchini mette i puntini sulle i: “La prescrizione è un intervento strutturato, mirato e basato su evidenze scientifiche: ha lo scopo di salvaguardare il benessere del paziente sotto vari aspetti”. Il punto non è “fare un po’ di sport”, ma dosare esercizi (tipologia, durata, intensità, progressione) come si doserebbe un farmaco, tenendo conto di età, condizioni fisiche, comorbilità.
Le linee guida internazionali che sostengono questo approccio sono note: l’OMS raccomanda per gli adulti 150–300 minuti a settimana di attività moderata o 75–150 minuti di vigorosa, più esercizi di forza 2 giorni a settimana; l’ACSM dettaglia indicazioni pratiche su frequenza, volumi e obiettivi in salute e malattia.
Non è pignoleria: una dose insufficiente rende l’esercizio inefficace; una dose eccessiva o mal calibrata può essere rischiosa (ad esempio in cardiopatici o in persone con diabete in terapia insulinica). Da qui l’importanza della prescrizione e del coordinamento tra medico e professionisti del movimento.
Le quattro colonne del percorso
Bianchini riassume così la differenza tra consiglio e prescrizione: “La differenza sta nella strutturalità, nella personalizzazione e soprattutto in una valutazione iniziale funzionale… I fattori cardine sono quattro”. Traduciamoli in un percorso chiaro:
- Valutazione iniziale funzionale
Si parte dall’anamnesi (farmaci, comorbilità, storia di traumi), dallo screening dei rischi (cardiovascolari, metabolici, muscolo-scheletrici) e da test funzionali di base (capacità aerobica, forza, mobilità, equilibrio). In base al profilo, si definiscono rischio, obiettivi e priorità. Le raccomandazioni ACSM/OMS supportano questa fase, indicando quando è opportuno richiedere valutazioni mediche o test da sforzo prima di iniziare. - Personalizzazione del programma
“…in base alle caratteristiche del paziente, dell’età, delle caratteristiche fisiche e di eventuali patologie”, spiega Bianchini. Qui si decide che tipo di esercizio (cammino veloce, bici, nuoto, esercizi di resistenza e forza, lavoro respiratorio), con che intensità (scala di Borg, %FCmax, %1RM), per quanto tempo e con quale progressione. - Integrazione con il quadro clinico
“Fondamentale sarà il piano terapeutico, cioè le patologie che il paziente detiene”. Chi ha ipertensione, diabete, artrosi, osteoporosi o altre condizioni richiede scelte su misura (ad esempio, controllo pressorio, gestione dell’ipoglicemia, attenzione a carichi e impatti). Documenti italiani e regionali recenti propongono protocolli e centri prescrittori per connettere medicina territoriale e offerta di esercizio supervisionato. - Educazione e monitoraggio nel tempo
La progressione si adatta ai feedback del paziente, agli esiti dei controlli e alla risposta clinico-funzionale. Il dottore invita a “fare rete”: “Se il chinesiologo viaggia in collaborazione con il medico di base, c’è una crescita esponenziale del settore sociosanitario e culturale”. In pratica: comunicazioni bidirezionali, revisione periodica degli obiettivi, aderenza facilitata.
Perché il “fate un po’ di sport” non basta
Bianchini è netto: “Un semplice consiglio è generico, non prevede una programmazione, non ha un ruolo terapeutico e può essere dato da chiunque senza criterio logico”. La prescrizione, al contrario, è tracciabile (cosa fare, quando, quanto, perché), misurabile (indicatori di esito) e sicura (screening dei rischi e tutela della persona). L’idea di Exercise is Medicine non è uno slogan: è un modo di progettare il movimento con la stessa dignità di una terapia.)
Nord e Centro-Sud: la geografia delle disuguaglianze
Cultura della prevenzione, formazione, protocolli
Le parole di Bianchini suonano come un’agenda: “È fondamentale che queste problematiche siano trattate oggi”. La mappa delle differenze non è solo “chi ha più palestre”: c’entrano cultura della prevenzione, formazione degli operatori, protocolli condivisi, integrazioni tra sanità e territorio. In quest’ottica si collocano i documenti regionali più recenti che istituiscono percorsi prescrittivi, centri e ruoli (medico prescrittore, erogatori qualificati, follow-up), facilitando l’invio dai medici di base e la presa in carico nei servizi territoriali.
Verso una cornice nazionale
Negli ultimi anni anche a livello politico si discute di un quadro normativo che renda la prescrizione dell’attività motoria e sportiva una realtà standard per prevenzione e cronicità, con il medico di medicina generale e il pediatra come snodi della rete. Un disegno di legge depositato in Senato (XIX legislatura) definisce i principi di presa in carico e prescrizione “come un farmaco”, sottolineando l’individuazione tempestiva dei soggetti a rischio e l’erogazione in setting appropriati. Sono segnali concreti di un cambio di passo verso l’esercizio come livello essenziale di assistenza per molte condizioni sensibili al movimento.
Che cosa fa (davvero) il chinesiologo clinico
Il ponte tra valutazione e movimento efficace
Il chinesiologo non “fa muovere” in astratto: traduce obiettivi clinici in esercizi e progressioni sensate. Disegna sessioni che combinano aerobico, forza, mobilità, equilibrio in dosi utili alla salute (pressione, glicemia, dolore, funzione) e alla vita reale (scale, borse della spesa, autonomia). Lavora sui comportamenti: orari sostenibili, strategie per vincere la sedentarietà, routine brevi ma efficaci. Si coordina con il medico per adeguare la dose quando cambiano farmaci o condizioni cliniche (es. aggiustamenti in diabetici su insulina, pazienti con aritmie o cardiopatie note).
Dal primo colloquio al follow-up
- Colloquio e test: anamnesi, obiettivi, barriere, test funzionali.
- Piano personalizzato: scelta di modalità (cammino, cyclette, circuito di forza, lavoro posturale), FITT (Frequenza, Intensità, Tempo, Tipo), criteri di progressione.
- Educazione: riconoscere segnali d’allarme (dolore toracico, vertigini, dispnea sproporzionata), autogestione tra una seduta e l’altra.
- Feedback: dati semplici (passi, Borg, minuti attivi) e clinici (PA, glicemie, dolore).
- Rivalutazione: aggiustare carichi, densità delle sedute, esercizi “chiave”.
È la differenza tra “allenarsi” e curarsi con il movimento.
Esempi pratici: come si “dosano” i programmi
Ipertensione
Obiettivo: calo pressorio e miglioramento della funzione endoteliale.
Scelte: aerobico moderato 5–7 giorni/settimana (cammino veloce, bici), più forza 2–3 giorni/settimana con carichi leggeri-moderati, attenzione alla manovra di Valsalva, progressioni graduali. Benefici significativi si osservano già con 150 minuti settimanali ben distribuiti.
Diabete (soprattutto tipo 2)
Obiettivo: migliorare sensibilità insulinica, controllo glicemico e composizione corporea.
Scelte: combinazione aerobico + resistenza (≥2 giorni/settimana, non consecutivi), distribuzione dei carichi nel corso della settimana, timing rispetto ai pasti e ai farmaci; in terapia insulinica, attenzione ai sintomi di ipo e strategie di prevenzione.
Artrosi e dolore muscolo-scheletrico
Obiettivo: ridurre dolore, migliorare forza e funzione.
Scelte: esercizi di forza a basso-moderato carico, lavoro di mobilità e controllo motorio, aerobico a basso impatto. Progressione lenta, focus sulla qualità del movimento.
Osteoporosi
Obiettivo: stimolo osteogenico e prevenzione cadute.
Scelte: resistenza + impatti controllati quando indicati, equilibrio e propriocezione; intensità e salti vanno calibrati sul rischio di frattura e sul parere medico.
Oncologia
Oggi sappiamo che l’esercizio fisico aiuta durante e dopo i percorsi oncologici: riduce infiammazione, migliora fatigue, qualità di vita e, in alcuni contesti, anche gli esiti clinici. La dose si adatta al trattamento in corso, con particolare attenzione a sicurezza e recupero.
In tutti i casi, la bussola resta il principio FITT delle raccomandazioni OMS/ACSM: quantità minime efficaci, progressione controllata, integrazione con obiettivi clinici e monitoraggio regolare.
Come si costruisce la “rete” territoriale
Medico di base + chinesiologo: la coppia che funziona
“Se il chinesiologo viaggia in collaborazione con il medico di base… c’è una crescita esponenziale sia del settore sociosanitario che culturale”, dice Bianchini. Quali leve concrete?
- Canali di invio chiari: il medico identifica chi può beneficiare dell’esercizio-terapia e invia al centro prescrittore o al professionista qualificato.
- Protocolli condivisi: schede di invio, cartelle comuni, report periodici sui progressi.
- Centri prescrittori e palestre della salute: spazi con competenze verificate e presa in carico multidisciplinare (medico, chinesiologo, fisio quando serve).
- Formazione continua: linguaggio comune tra professioni.
Alcune Regioni hanno già prodotto protocolli operativi aggiornati, con ruoli, criteri di eleggibilità e percorsi di follow-up: un esempio recente arriva dal Friuli-Venezia Giulia.
La cornice normativa che cresce
L’iter parlamentare in corso punta a rendere la prescrizione dell’attività motoria e sportiva parte integrante della presa in carico dei pazienti con fattori di rischio o patologie sensibili all’esercizio. Il DDL S.287 (XIX legislatura) definisce chi prescrive (MMG, PLS), per chi, con quali obiettivi e setting. È un tassello importante per ridurre le disuguaglianze e uniformare i percorsi.
Consigli pratici (davvero) utili per iniziare in sicurezza
Bianchini chiude con un invito molto concreto: “Mandare più feedback al medico di base, favorire lo sviluppo culturale e sociale, migliorare le infrastrutture e la sinergia tra medico e chinesiologo”. Tradotto, ecco un “primo miglio” sostenibile:
- Parlane col tuo medico: porta l’idea di un programma strutturato, non solo il desiderio di “rimetterti in forma”.
- Chiedi una valutazione funzionale: definire lo stato di partenza evita errori di dose.
- Fissa obiettivi chiari (PA, glicemie, dolore, passi, sedute/sett.): ciò che è misurato si migliora.
- Scegli la routine più facile da rispettare: meglio 20 minuti al giorno costanti che 90 minuti una volta ogni tanto.
- Integra la forza: anche a corpo libero, 2 volte/settimana. È la “polizza” per articolazioni, metabolismo e autonomia. (Per spunti pratici, vedi le guide di DossierSalute su blocco metabolico e nutrizione per lo sport.)
Domande (e risposte) che riceviamo più spesso
“Sono sedentario: da dove parto senza rischi?”
Con cammino a ritmo conversazionale, 10–15 minuti al giorno, salendo di 5 minuti a settimana; dopo 2–3 settimane, aggiungi 1–2 sessioni leggere di forza per gambe, tronco e spalle. Se hai patologie o farmaci complessi, chiedi al medico e a un chinesiologo una prescrizione personalizzata. Le soglie OMS/ACSM sono la stella polare, ma la dose iniziale è tua.
“Ho ipertensione: posso fare pesi?”
Sì, ma con carichi moderati, respirazione continua (evita la Valsalva), serie più brevi e recuperi adeguati; monitora la pressione nelle prime settimane e informa il medico di eventuali capogiri o cefalea inusuale.
“Con il diabete rischio ipoglicemie?”
Se prendi insulina o secretagoghi, l’esercizio va coordinato con pasti e terapie; misura le glicemie, porta con te carboidrati rapidi, impara i segnali di ipo/iper. Qui la prescrizione è fondamentale.
“Quanto serve per stare meglio?”
Gli adulti beneficiano già con 150 minuti/settimana di attività moderata (o 75 di vigorosa), più forza 2 giorni/sett.; di più è spesso meglio, se aumenta gradualmente.
“Sono in terapia oncologica: ha senso muovermi?”
Sì, con programma adattato: l’esercizio moderato e costante riduce fatigue e infiammazione, migliora qualità di vita e talvolta gli esiti. Serve un team esperto.
Educazione e cultura del movimento: dal dire al fare
“La crescita è culturale e sociosanitaria”, sottolinea Bianchini. Per trasformare l’esercizio in standard di cura servono tre cose: informazione, formazione, organizzazione. Informare i cittadini sul valore della prescrizione; formare i professionisti del territorio; organizzare percorsi di invio semplici e uniformi. Le raccomandazioni OMS e ACSM sono la base; i protocolli regionali mostrano la via; le reti locali (scuole, associazioni, palestre della salute) fanno il resto.
Perché chiamarlo “terapia” cambia tutto
Chiamare l’esercizio terapia non è una trovata semantica. Implica diritti (accesso a percorsi appropriati), doveri (aderenza, monitoraggio), risorse (spazi, professionisti, protocolli), valutazioni (esiti clinici, qualità di vita). Significa anche prendere sul serio la sicurezza: chi ha cardiopatie, aritmie, neuropatie, fragilità ossea non può improvvisare; chi assume determinati farmaci deve conoscere interazioni e timing. La prescrizione allinea tutto questo in un piano condiviso.
Le parole del dottor Bianchini che restano
- “La prescrizione è un intervento strutturato, mirato e basato su evidenze”.
- “La differenza… sta nella strutturalità, personalizzazione e valutazione iniziale funzionale”.
- “Fondamentale sarà il piano terapeutico”.
- “Più feedback al medico di base: serve sinergia tra medico e chinesiologo”.
- “Le criticità nel Centro-Sud derivano da cultura, formazione, protocolli e collaborazione carenti”.
Sono frasi semplici, ma valgono un progetto: portare la prescrizione dell’esercizio fisico fuori dagli slogan e dentro la vita quotidiana delle persone.
Per approfondire
Vuoi approfondire contenuti pratici su movimento, nutrizione e salute? Ecco alcuni articoli utili di DossierSalute per integrare – non sostituire – il percorso con medico e professionisti del movimento:
- Attività fisica e “blocco” metabolico: quando l’allenamento fa la differenza – consigli operativi per sbloccare i progressi con routine sostenibili. (Dossier Salute)
- L’esercizio fisico combatte il cancro: perché la scienza ora lo conferma – benefici, prudenza e come iniziare durante e dopo le terapie. (Dossier Salute)
- Guida nutrizionale per sportivi: alimenti chiave prima, durante e dopo l’esercizio – strategie semplici per energia, idratazione e recupero. (Dossier Salute)
- Esercizio in gravidanza – sicurezza, adattamenti e benefici per madre e feto. (Dossier Salute)
Fonti per gli approfondimenti
- Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – Linee guida su attività fisica e sedentarietà (2020; factsheet 2024). (British Journal of Sports Medicine)
- American College of Sports Medicine (ACSM) – Guidelines for Exercise Testing and Prescription; Physical Activity Guidelines; Position Stands. (ACSM)
- Regione Friuli Venezia Giulia – Protocollo regionale per la prescrizione dell’esercizio fisico (2025). (Regione Friuli Venezia Giulia)
- Senato della Repubblica – DDL S.287 (XIX legislatura): Prescrizione dell’attività motoria e sportiva. (Senato della Repubblica)
- IRCCS Ospedale Sacro Cuore – L’esercizio è un farmaco: richiede la prescrizione (articolo divulgativo su dose, rischi e sicurezza). (Sacro Cuore)
foto:freepik
La redazione in collaborazione con il Dr. Samuele Bianchini, chinesiologo clinico
FAQ
La prescrizione è un atto professionale basato su valutazione, obiettivi, dose (FITT), progressioni e monitoraggio. Il consiglio generico non ha valore terapeutico e non tutela la sicurezza.
Per gli adulti: 150-300 min/settimana moderata o 75-150 min vigorosa, più forza 2 giorni/settimana (adattare in gravidanza, cronicità, disabilità).
No, ma vanno gestiti con carichi moderati, respirazione corretta, progressioni prudenti e monitoraggio pressorio nelle prime settimane.
Non sempre. La dose ottimale dipende da età, condizione e obiettivi. Poco ma costante, con forza 2 volte/settimana, batte l’occasionale “impresa”.
Se assumi insulina/secretagoghi sì: coordina la dose di esercizio con pasti e farmaci, misura le glicemie e porta zuccheri rapidi.




