Il dolore mestruale, o dismenorrea, è una condizione che interessa la maggior parte delle donne almeno una volta nella vita. Crampi addominali, dolori lombari, senso di pesantezza al bacino e fastidi diffusi sono sintomi comuni che, in molti casi, incidono sulla vita quotidiana, lavorativa e relazionale.
Eppure, nonostante la frequenza, questo tema è ancora circondato da sottovalutazione e rassegnazione. La dottoressa Veronica Zamboni, osteopata, sottolinea come l’osteopatia possa rappresentare un valido aiuto naturale, efficace e privo di farmaci per ridurre i dolori mestruali e migliorare il benessere globale.
«L’osteopatia agisce su quello che è il dolore che coinvolge praticamente tutte le donne durante la fase premestruale e del ciclo mestruale», spiega la dottoressa. «Agisce anche su quella che è l’irregolarità, l’abbondanza del ciclo e sul dolore lombare, che è sempre correlato al dolore crampiforme addominale e al dolore ai reni che tante donne manifestano».
Come l’osteopatia agisce sul dolore mestruale
Riequilibrare il corpo per migliorare la circolazione e ridurre le tensioni
Il principio dell’osteopatia è semplice: quando le strutture del corpo funzionano bene, anche gli organi lavorano meglio. «L’osteopatia agisce migliorando la circolazione linfatica e venosa, allentando le tensioni muscolari», spiega la dottoressa Zamboni.
Questo approccio manuale mira a ristabilire armonia e mobilità tra i diversi sistemi corporei, in particolare quelli viscerale, muscolare e scheletrico. Quando il bacino o la colonna lombosacrale sono rigidi, o i muscoli pelvici contratti, la circolazione e il drenaggio dei tessuti si alterano, aumentando l’infiammazione e il dolore.
Studi pubblicati sul Journal of Bodywork and Movement Therapies e su Complementary Therapies in Medicine confermano che le manipolazioni osteopatiche possono ridurre la dismenorrea primaria, migliorando la mobilità del bacino, il flusso ematico uterino e diminuendo la necessità di analgesici .
Agire sulle aderenze e sulle cicatrici post-intervento o post-parto
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda le aderenze – piccole “aderenze” dei tessuti dovute a cesarei, interventi ginecologici o infezioni pelviche. «L’osteopatia è utile anche in tutte quelle condizioni in cui ci sono aderenze, come cicatrici post-parto cesareo o post-intervento. In questi casi si ottengono ottimi risultati e miglioramenti in termini di qualità di vita».
Le tecniche osteopatiche viscerali e fasciali mirano proprio a “liberare” i tessuti, migliorandone la scorrevolezza e il drenaggio. Quando un’aderenza tira, il corpo tende a compensare creando nuove tensioni, che a lungo andare possono peggiorare dolore, postura e irregolarità del ciclo.
Come si svolge una seduta osteopatica
Zone trattate e tecniche dolci
Ogni trattamento è personalizzato, ma ci sono aree che vengono sempre coinvolte: «Le aree che trattiamo principalmente sono la colonna lombosacrale, il sacro con tutto ciò che è a riferimento viscerale anteriore – quindi utero, vescica, ovaie – che danno dolore mirato nella zona sacroiliaca, un punto che la paziente sa indicare molto bene», spiega la dottoressa Zamboni.
L’osteopata lavora anche su muscoli profondi come l’ileo-psoas, spesso contratto e causa di tensioni lombari e pelviche, e sul legamento inguinale o la zona otturatoria. «Tutto ciò che può lavorare peggio nei periodi del ciclo viene trattato con tecniche di rilascio dolci o più profonde, per liberare i tessuti e ridurre il dolore».
L’approccio è sempre rispettoso del corpo e della sensibilità del paziente, con manipolazioni delicate e progressivamente adattate alla risposta dei tessuti.
Quando fare il trattamento: i momenti migliori del ciclo
Prevenire è meglio che alleviare
«La fase migliore per il trattamento è quella prima del ciclo, in modo da prevenire che il dolore sia molto forte», spiega la dottoressa. Trattare il bacino e la colonna prima della fase mestruale aiuta a preparare i tessuti e favorire una migliore circolazione pelvica durante i giorni del ciclo.
Durante il periodo mestruale, invece, si possono mantenere tecniche molto dolci e superficiali, per non creare ulteriore sensibilità.
Le linee guida delle associazioni osteopatiche internazionali (come la General Osteopathic Council del Regno Unito) confermano che i trattamenti possono essere eseguiti in sicurezza in ogni fase del ciclo, con una maggiore efficacia profilattica se effettuati nella fase premestruale.
Il ruolo del diaframma e della respirazione
Collegare il respiro al bacino per sciogliere le tensioni
Un elemento che la dottoressa Zamboni considera centrale è il diaframma, il muscolo della respirazione che ha connessioni dirette con il bacino e gli organi interni. «Consiglio sempre di lavorare sul diaframma e sulla respirazione. Ormai sappiamo che è importantissimo», afferma.
Respirare in modo corretto migliora la mobilità viscerale, riduce la pressione addominale e favorisce un miglior ritorno venoso e linfatico. Anche una postura corretta e una respirazione consapevole possono alleggerire i sintomi mestruali e prevenire accumuli di tensione lombare e pelvica.
L’importanza dell’attività fisica dolce
Muoversi per prevenire la rigidità
La dottoressa Zamboni suggerisce di accompagnare il percorso osteopatico con una ginnastica dolce: «Un’attività fisica che permetta di allentare le tensioni della colonna e dei muscoli è fondamentale».
Attività come lo yoga, il pilates o il respiro consapevole migliorano la mobilità del bacino e potenziano l’effetto del trattamento. L’obiettivo è recuperare equilibrio e flessibilità, non “allenarsi di più”, ma allenarsi meglio.
Osteopatia e benessere femminile: un approccio integrato
L’osteopatia si inserisce in un approccio olistico al benessere femminile: considera il corpo come un insieme di sistemi interconnessi, dove un’alterazione muscolare o viscerale può influire sulla circolazione, sull’equilibrio ormonale e sul dolore.
«Il trattamento osteopatico agisce sul dolore ma anche sulla qualità di vita», ribadisce la dottoressa. Per molte pazienti, soprattutto con dismenorrea cronica o aderenze post parto, migliorare anche solo la libertà di movimento o ridurre la tensione addominale rappresenta un grande passo avanti.
Fonti
- Journal of Bodywork and Movement Therapies, “Osteopathic treatment in primary dysmenorrhea”, 2021.
- Complementary Therapies in Medicine, “Effectiveness of osteopathic manipulative treatment in menstrual pain”, 2020.
- General Osteopathic Council (UK), “Guidelines on Women’s Health and Manual Therapy”, 2023.
- American Osteopathic Association, “Visceral manipulation and pelvic pain: evidence review”, 2022.
- Harvard Health Publishing, “Understanding menstrual cramps: body mechanics and lifestyle factors”, 2024.
foto:freepik
La Redazione in collaborazione con Veronica Zamboni, osteopata
FAQ
No, ma può ridurre il dolore e la frequenza degli episodi, migliorando la funzionalità generale. Spesso i pazienti riferiscono di poter ridurre il consumo di analgesici.
Sì, ma con tecniche più dolci e rispettose. L’ideale resta la fase premestruale per un effetto preventivo.
No: sono manovre delicate, adattate alla sensibilità della persona e alle condizioni dei tessuti.
Non obbligatoriamente, ma è consigliato confrontarsi con il ginecologo o il medico curante per un percorso integrato.
Dipende dalla situazione: in media 3–5 sedute, poi una fase di mantenimento periodico in base ai risultati.





