Dossier Salute

Melanoma: una guida per prevenzione, diagnosi e terapia

melanoma

Il melanoma è un tumore cutaneo potenzialmente aggressivo ma oggi sempre più curabile se intercettato precocemente. In Italia le stime più recenti parlano di circa 12.900 nuovi casi/anno e una sopravvivenza a 5 anni che supera l’88-92%, grazie a diagnosi più tempestive e terapie immuno-oncologiche e target sempre più efficaci. L’arma più potente resta l’osservazione della pelle, la mappatura dei nei e la valutazione specialistica secondo linee guida aggiornate.

Chi è il medico intervistato

Il dott. Armando De Angelis è Dirigente medico di Chirurgia Plastica presso il Centro Grandi Ustionati e Chirurgia Plastica del Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, dove è Responsabile delle Attività Ambulatoriali di Chirurgia Plastica. Si occupa di chirurgia dermatologica, diagnosi e trattamento dei nei e del melanoma, incluse le procedure di escissione, allargamento dei margini e linfonodo sentinella.

Perché il melanoma è un tema sottovalutato e qual è il quadro in Italia?

Innanzitutto diamo due dati che non annoiano, ma che rendono un po’ il quadro della situazione. Si fanno circa 13.000 diagnosi di melanoma in Italia all’anno, quindi parliamo di 13.000 melanomi all’anno che vengono diagnosticati. Quindi è una patologia molto frequente nella popolazione umana. Fortunatamente è una patologia visibile perché, a differenza degli altri tumori che sono all’interno del nostro corpo, il melanoma si sviluppa prevalentemente sulla cute, quindi noi tutti possiamo vedere e monitorare i nostri nei… chiaramente tramite l’aiuto degli specialisti del dermatologo e del chirurgo plastico che poi possono trattare quei nei che vanno incontro ad una trasformazione maligna.

Cosa dice la letteratura

Le stime nazionali più aggiornate segnalano ~12.900 nuove diagnosi annue in Italia e un trend di crescita nell’ultimo decennio; si tratta dunque di una patologia visibile e intercettabile con il corretto percorso clinico (autoesame, dermatoscopia, invio a chirurgia plastica). Per l’Italia, i dati di incidenza e sopravvivenza sono riportati in AIOM/AIRTUM e divulgati da AIRC; per la pratica clinica, le linee guida ESMO 2025 e AIOM 2023 forniscono criteri diagnostico-terapeutici e di follow-up.

 

Ogni quanto bisognerebbe fare un controllo?

Mah, la mappatura dei nei e andrebbe fatta all’inizio, almeno all’inizio una volta nella vita. Comunque, in ogni caso, poi chiaramente sarà il dermatologo che dirà quando tornare se trova delle lesioni sospette. Però considerate che il melanoma a 15-16 anni già è possibile averlo. Quindi non c’è un’età anagrafica per cui tu dici “Sto tranquillo fino a 50-60 anni, poi quando son vecchio mi vado a far vedere”. No, perché ci sono delle ragazze, ragazzine, ragazzi che hanno 100 – 150 nei sul corpo, ad esempio. E quelle vanno monitorate perché sono proprio quei nei che poi possono spesso trasformarsi in melanoma.

Indicazioni pratiche e screening mirato

Non esiste in Italia uno screening di massa per il melanoma; le linee guida raccomandano controlli dermatologici personalizzati in base al profilo di rischio: numero elevato di nevi (≥50–100), familiarità, fototipo chiaro, pregresse scottature in età pediatrica, uso di lampade abbronzanti, immunosoppressione, presenza di nevi atipici. La cosiddetta regola ABCDE (Asimmetria, Bordi irregolari, Colore variabile, Diametro >6 mm, Evoluzione) resta utile per l’autoesame, ma non sostituisce la visita medica e la dermatoscopia, che ne potenzia accuratezza e sensibilità. Per i pazienti ad alto rischio, può essere indicata anche la mappatura digitale con confronto seriato nel tempo.

Per chi vive in Lombardia, la presa in carico segue i PDTA regionali dedicati al melanoma, che definiscono tempi e setting per biopsia escissionale, istologia, stadiazione e follow-up multidisciplinare.

L’intervento di per sé è complicato? È un intervento in day hospital?

Il Niguarda è un centro di riferimento per quanto riguarda i nei e melanomi. Chiaramente l’asportazione del neo è un’asportazione all’inizio prevalentemente ambulatoriale, quindi si fa in ambulatorio, in anestesia locale. La diagnosi di melanoma è solamente istologica, perché noi abbiamo sempre all’inizio un sospetto melanoma, però la certezza che sia un melanoma ce lo dà l’anatomia patologica. Quando ci arriva il referto dopo circa 20-30 giorni dell’asportazione ci dice che tipo di lesione abbiamo asportato. Quindi, se abbiamo asportato un neo, niente, tutto tranquillo. Se abbiamo asportato un melanoma, poi lì si apre tutto uno scenario di cui vorrei poi parliamo.

Biopsia escissionale, istologia e tempi

Il gold standard iniziale è la biopsia escissionale completa della lesione sospetta con 2 mm circa di margine di cute sana fino al sottocute, in anestesia locale e in regime ambulatoriale/day surgery; l’anatomia patologica conferma la diagnosi e determina parametri chiave (spessore di Breslow, ulcerazione, mitosi, margini). I referti istologici vengono normalmente rilasciati in 2–4 settimane. Questi elementi guidano il successivo piano terapeutico e la stadiazione.

Nota terminologica: la conferma è solo istologica, come sottolinea il dottore. Le linee guida AIOM e ESMO insistono sul corretto percorso diagnostico, evitando raschiamenti o punch parziali quando tecnicamente possibile.

Cosa succede se l’istologia conferma il melanoma? Margini, sala operatoria e linfonodo sentinella

Se il neo è un melanoma che comunque è già cresciuto di un certo spessore per quanto riguarda i millimetri, bisogna fare un ulteriore upgrade chirurgico e fare l’allargamento della cicatrice, cioè bisogna rifare l’intervento e facendo un’asportazione della cicatrice molto più ampia. È chiaro che questo è un intervento che spesso va fatto in sala operatoria, in anestesia locale, con magari con un ricovero di un giorno, perché poi spesso si associa anche la ricerca del linfonodo sentinella, che è un’ulteriore procedura che va sempre effettuata dal chirurgo plastico, per capire se ci sono state delle cellule che sono migrate dal sito del melanoma verso i linfonodi regionali.

Margini di escissione in base allo spessore

Dopo conferma istologica, si programma l’allargamento dei margini di escissione in funzione dello spessore di Breslow: in generale 0,5-1 cm per melanoma in situ, 1 cm per spessore ≤1 mm, 1-2 cm per 1-2 mm, fino a 2 cm per >2 mm (con modulazioni per sedi estetico-funzionali come volto, mani, genitali). L’intervento può richiedere sala operatoria e, in casi selezionati, ricostruzione plastico-ricostruttiva per preservare funzione ed estetica.

Linfonodo sentinella (SLNB): quando e perché

La biopsia del linfonodo sentinella (SLNB) è una procedura di stadiazione: non è terapia, ma indica se esiste micrometastasi linfonodale. Le linee guida europee e internazionali la raccomandano in melanomi ≥1.0 mm o in quelli 0.8-1.0 mm con ulcerazione/alta mitosi; è discussa caso per caso in tumori più spessi o in sedi particolari. Un SLNB positivo può indirizzare a terapia adiuvante (anti-PD-1 o, in BRAF mutati, BRAF/MEK).

Dalla chirurgia alle terapie sistemiche

Negli stadi II ad alto rischio e III (linfonodo positivo), oggi si impiegano immunoterapie anti-PD-1 o target therapy BRAF/MEK in adiuvante per ridurre il rischio di recidiva. Negli stadi IV, l’immunoterapia combinata (nivolumab + ipilimumab) o sequenze target hanno trasformato la prognosi, con plateau di sopravvivenza a 5 anni in sottogruppi selezionati.

 

Prevenzione UV, autoesame e follow-up

“Il tema va approfondito  perché ripeto ci sono circa 13.000 diagnosi l’anno in Italia.

Prevenzione primaria: limitare l’esposizione UV, soprattutto nelle ore centrali (regola dell’ombra), usare indumenti protettivi, occhiali UV, cappelli a tesa larga e fotoprotezione broad-spectrum ≥SPF 30 applicata generosamente e riapplicata ogni 2 ore; evitare lampade e lettini. WHO e CDC ribadiscono che la crema solare non deve allungare il tempo al sole e che la protezione meccanica (ombre, vestiti) è prioritaria.

Prevenzione secondaria: pratica regolare dell’autoesame con regola ABCDE e visita dermatologica periodica nei soggetti a rischio (molti nevi, nevi atipici, familiarità, fototipo chiaro). Ricordare che l’ABCDE non sostituisce la dermatoscopia e può non cogliere forme in situ o peculiari sedi (es. faccia, sedi acrali, mucose).

Conclusioni

  • Il melanoma è visibile: controlla la pelle e rivolgiti allo specialista ai primi segnali.
  • La biopsia escissionale e l’istologia guidano tutte le decisioni.
  • I margini chirurgici e la SLNB dipendono da Breslow e fattori di rischio.
  • Immunoterapia e terapie target hanno migliorato la sopravvivenza.
  • La fotoprotezione intelligente e l’educazione UV restano fondamentali (famiglie, scuole, sport).

Per approfondire

Se vuoi informarti ancora, su dossiersalute.com trovi analisi, news e interviste con specialisti su melanoma, prevenzione UV e chirurgia plastica.

Fonti degli approfondimenti

  1. ESMO 2025 – Cutaneous melanoma: Clinical Practice Guideline (Annals of Oncology) — criteri diagnostici, margini, SLNB, adiuvante/neoadiuvante. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39550033/ (PubMed)
  2. AIOM/ISS – Linee guida Melanoma 2023 (SNLG) — raccomandazioni italiane su escissione, margini e PDTA. https://www.aiom.it/linee-guida-aiom-2023-melanoma/ (aiom.it)
  3. PDTA regionali Melanoma (es. Rete Oncologica Campana 2025) — indicazioni operative su biopsia e percorso. https://www.reteoncologicacampana.it/wp-content/uploads/2025/01/PDTA-MELANOMA.pdf (reteoncologicacampana.it)
  4. WHO – Ultraviolet radiation: prevenzione — priorità a ombra/indumenti, SPF ≥30, niente eccesso di esposizione. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/ultraviolet-radiation (Organizzazione Mondiale della Sanità)
  5. AIRC – Melanoma in Italia (2024/2025) — numeri, sopravvivenza, tendenze. https://www.airc.it/news/melanoma-della-pelle-un-tumore-sempre-piu-diffuso-ma-sempre-piu-curabile-2 (airc.it)

foto:freepik

Dott. Armando De Angelis, chirurgo plastico e approfondimenti a cura di Lavinia Giganti, redazione

FAQ

La prima volta va fatta almeno una volta nella vita; poi la frequenza la stabilisce il dermatologo in base al rischio (numero di nevi, familiarità, fototipo). Nei profili ad alto rischio, si associa dermatoscopia digitale seriata.

No. È un promemoria utile per l’autoesame, ma non sostituisce la visita e la dermatoscopia; alcune forme iniziali possono non rispettarla pienamente.

In genere nei melanomi ≥1.0 mm di spessore o 0.8-1.0 mm con ulcerazione/altri fattori; è una stadiazione, non una terapia.

Indicativamente: 0,5-1 cm (in situ), 1 cm (≤1 mm), 1-2 cm (1-2 mm), 2 cm (>2 mm), adattando alle sedi critiche (viso, mani, acrali).

Indumenti/ombra prima di tutto; SPF ≥30 broad-spectrum su aree esposte, quantità adeguata e riapplicazione ogni 2 ore o dopo bagno/sudore; no a lampade abbronzanti.

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