Le fasi del ciclo di vita della coppia: la genitorialità

Nel precedente articolo dedicato alle fasi del ciclo di vita della coppia abbiamo parlato della prima fase, ripercorrendo gli step che portano alla formazione di una coppia stabile.

In questo articolo parliamo della seconda fase del ciclo di vita della coppia, ovvero la genitorialità.

La fase della genitorialità

Per parlare di genitorialità, è essenziale fare riferimento al modello di sviluppo umano di Erik Erikson (Infanzia e società, Armando Armando Editore).

In un’ottica psicosociale, Erikson ci offre una visione unica della formazione dell’identità individuale, che attraversa otto fasi, dalla nascita alla vecchiaia. Nella sesta fase, che copre indicativamente dai 20 ai 30 anni, il giovane adulto si trova davanti al compito esistenziale di sviluppare intimità e solidarietà. In caso contrario, rischia di cadere in un isolamento esistenziale.

Durante questo periodo, il giovane adulto è diviso tra due tendenze opposte: il desiderio di fondere la propria identità con quella degli altri e la paura di perdere sé stesso, che lo porta a chiudersi. Superare questo conflitto gli permette di instaurare relazioni intime e di formare rapporti di coppia stabili nel tempo. Se l’individuo riesce a raggiungere questo obiettivo, si sviluppa in lui un bisogno crescente di essere necessario agli altri. Ecco che emerge la necessità di “generare” in qualche senso, ossia avere figli o prendersi cura delle nuove generazioni. Erikson stesso vedeva la “generatività” non solo come una dimensione biologica, ma piuttosto, come sostiene il noto psicoanalista M. Recalcati, come una generatività “adottiva”, non legata al desiderio narcisistico di vedere sé stessi riflessi nei propri figli.

Ma qual è l’impatto dell’arrivo di un figlio, naturale o adottivo, sulla coppia?

1. La nascita di un figlio: Dalla vita a due alla vita a tre (Ricominciamo da tre!)

La “transizione alla genitorialità” è un processo complesso e delicato, che trasforma una coppia “coniugale” in una coppia “ genitoriale “ e , come sempre accade con le transizioni, porta con sé una crisi. Tuttavia, crisi non significa necessariamente problema o patologia; al contrario, rappresenta un cambiamento, che implica sia opportunità sia rischi: possibilità di arricchimento personale o rischio di “regredire” a una situazione precedente più comoda e conosciuta.

L’arrivo di un figlio comporta importanti cambiamenti per la coppia. Non tutto è prevedibile, ma è essenziale affrontare con consapevolezza le difficoltà oggettive che questo passaggio comporta:

  • a) Le cure di un neonato richiedono molto tempo, che prima la coppia dedicava a sé stessa e al proprio tempo libero. Il tempo per stare insieme, rilassarsi e divertirsi si riduce drasticamente.
  • b) Prima della nascita di un figlio, la coppia aveva come unica responsabilità quella di prendersi cura di sé stessa. Con un bambino, però, le responsabilità aumentano notevolmente, portando con sé anche la paura di non farcela e una sensazione di “perdita di libertà”.
  • c) Con la diffusione della famiglia nucleare, sempre più coppie si trovano ad affrontare le nuove responsabilità genitoriali da sole, a causa della distanza geografica dalla famiglia d’origine. Le strutture di supporto sono spesso costose o non accessibili, e le reti sociali, specialmente nelle grandi città, possono essere labili. Questo isolamento può far crescere il senso di scoraggiamento nei neogenitori.
  • d) Il post-partum è un momento difficile per la mamma, che può provare malinconia e tristezza per ragioni psicologiche e ormonali. Il drastico calo di estrogeni e progesterone dopo il parto favorisce una diminuzione del tono dell’umore,  che quasi sempre si accompagna anche ad un calo del desiderio sessuale. Questo  è causato a sua volta  oltre che dalle  cause sopra descritte , anche dalla presenza nel corpo della neo mamma della prolattina ormone che, se da una parte favorisce l’allattamento del neonato, dall’altra riduce la produzione di testosterone ormone  che, anche per la donna, è alla base del desiderio sessuale. Questo può influenzare profondamente in senso negativo la vita di coppia.
  • e) L’attenzione della madre è quasi interamente rivolta al bambino, il che può far sentire il padre trascurato. In alcuni casi , (in verità più rari), si assiste al contrario, con papà completamente assorbiti dal nuovo ruolo di genitore e mamme che si sentono messe da parte. Il conflitto di identità che ne deriva può creare problemi nella coppia.

In sintesi, l’arrivo di un figlio porta a un processo evolutivo che richiede a ciascun membro della coppia di integrare il nuovo ruolo genitoriale con quello di partner, evitando che il primo oscuri troppo il secondo.

2. La coppia con figli in crescita

Quando i figli crescono e non dipendono più completamente dai genitori, la coppia affronta nuove sfide:

  • Ridefinire gli obiettivi di coppia: avere un altro figlio? O reinvestire nella carriera?
  • Ridefinire il rapporto con le famiglie d’origine: la nascita dei figli tende a riavvicinare i genitori alle proprie famiglie per ricevere supporto, ma questo può anche creare nuove dipendenze.

Quando i figli entrano nell’adolescenza, la dinamica familiare si complica ulteriormente, con conflitti che possono mettere alla prova la coppia, specie tra genitori e figli dello stesso sesso. Questo periodo di conflitto, tuttavia, può lasciare spazio in un momento successivo a un processo di identificazione con il genitore.

Per concludere, il ruolo dei genitori è quello di aiutare i figli nel difficile processo di “individuazione-separazione”, come  ben espresso da K. Gibran nel suo libro “Il Profeta”:

“I vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita…”

“…Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono…”

Questa citazione ci ricorda che il compito dei genitori non è quello di plasmare i propri figli a immagine e somiglianza di sé stessi, ma piuttosto di aiutarli a diventare individui autonomi, capaci di seguire la propria strada nella vita.

Come far sì che questo delicato passaggio diventi un’opportunità per la coppia

L’arrivo di un figlio, naturale o adottivo, è indubbiamente un momento di profondo cambiamento per la coppia, e richiede grande impegno per evitare che questo evento diventi una fonte di crisi permanente. Affrontare con consapevolezza le sfide che si presentano durante questa transizione è fondamentale per mantenere un equilibrio tra il ruolo di genitori e quello di partner. Ecco alcuni consigli pratici per aiutare la coppia a vivere questo delicato passaggio come un’opportunità per rafforzarsi piuttosto che perdersi:

1. Trovare del tempo per la coppia

Anche se può sembrare impossibile, è essenziale che i partner si impegnino a ritagliarsi uno spazio esclusivo per loro due, senza la presenza costante del bambino. Questo spazio, che può essere un appuntamento quotidiano o settimanale, va pianificato e considerato irrinunciabile. Ovviamente, tale approccio diventa più praticabile una volta che il bambino ha superato il primo anno di vita, ma è importante cominciare presto a dedicare del tempo alla relazione di coppia per preservarla.

2. Chiedere aiuto

Quando le difficoltà quotidiane diventano troppo pesanti da gestire, è importante non aver paura di chiedere aiuto. La coppia potrebbe sentirsi in dovere di farcela da sola o temere di essere di peso ad amici e parenti. Tuttavia, è fondamentale comprendere che il supporto di una rete sociale può fare una grande differenza e che chiedere aiuto non significa fallire, ma piuttosto riconoscere i propri limiti.  I gruppi di auto mutuo aiuto  attivati a voltenei consultori familiari , possono rivelarsi risorse preziose per affrontare i momenti di difficoltà.

3. Ricordare che i genitori perfetti non esistono

È normale che i neogenitori si sentano inadeguati o temano di sbagliare. Tuttavia, come suggeriva il famoso pediatra e psicoanalista Donald Winnicott, non è necessario essere genitori perfetti, ma piuttosto “sufficientemente buoni”. Questo concetto aiuta a ridimensionare le aspettative su sé stessi e a comprendere che gli errori sono parte integrante del percorso di crescita, sia per i genitori che per i figli.

La redazione in collaborazione con il Dr. Fernando Cesarano – psicoterapeuta


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