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La coppia tra sentimenti e sessualità: il sottile equilibrio che influenza la relazione

sessualità

Nei precedenti articoli abbiamo analizzato la coppia in molte delle sue sfaccettature e nei diversi momenti che attraversa durante la sua vita. Tuttavia, fatta eccezione per il tema del tradimento come possibile causa di crisi, potremmo aver involontariamente trasmesso l’idea che la sessualità abbia un ruolo secondario all’interno della relazione di coppia. Ma non è così.

Sentimenti e sessualità: due dimensioni in costante interazione

La sessualità è una componente fondamentale della vita di coppia, anche se la sua rilevanza può variare nel tempo. In questo articolo non si affronterà la sessualità a 360 gradi, ma ci si concentrerà su un aspetto particolare: il condizionamento reciproco di tipo negativo che a volte può crearsi tra la sfera sessuale e l’attaccamento sentimentale.

L’obiettivo quindi è comprendere se:

  • è una relazione disfunzionale e conflittuale a influire negativamente sulla sessualità;
  • oppure se è una disfunzione sessuale non affrontata a compromettere il legame  sentimentale  tra i partner.

L’esperienza clinica del terapeuta sessuale e di coppia

In qualità di terapeuta di coppia e sessuologo clinico, ho maturato un’ampia esperienza che mi consente di proporre riflessioni condivisibili, soprattutto all’interno della comunità dei sessuologi, e utili alle coppie.

Spesso i partner riescono a cogliere segnali non verbali l’uno dell’altro. Tuttavia, non di rado, si rischia di cadere in interpretazioni errate o in un approccio da “medico fai-da-te”, che possono compromettere anche le relazioni più solide.

Disfunzioni sessuali maschili: focus su deficit erettivo ed eiaculazione precoce

Iniziamo l’analisi dal versante maschile, concentrandoci sulle due disfunzioni più diffuse:

  • Deficit erettivo
  • Eiaculazione precoce

In questo primo articolo ci occuperemo del deficit erettivo e della eiaculazione precoce, riservando a un secondo contributo l’approfondimento sulle disfunzioni sessuali femminili più frequenti.

Il deficit erettivo nella coppia: cause, conseguenze e trattamento

Secondo la letteratura specialistica (Kaplan, Pasini) e l’esperienza clinica, il trattamento del deficit erettivo (D.E.) è spesso quello che offre maggiori soddisfazioni terapeutiche, a patto che non vi siano cause organiche significative come:

  • problemi ormonali
  • disfunzioni circolatorie
  • neuropatie (es. diabetiche)
  • effetti collaterali da farmaci (es. antipertensivi, antidepressivi)

Il protocollo terapeutico efficace

Se non vi sono controindicazioni di tipo medico, è possibile intervenire con successo nel 95% dei casi attraverso un protocollo graduale che prevede :

  1. Prescrizioni relazionali (fase iniziale)
  2. Prescrizioni sensoriali e sessuali (seconda fase)

Tale approccio, basato sui modelli di Kaplan e Pasini, include anche tecniche specifiche della terapia di coppia che personalmente ho poi integrato nel protocollo terapeutico

L’importanza della solidità relazionale

Un prerequisito essenziale per il successo della terapia è la qualità del legame affettivo. Nella maggior parte dei casi, le coppie che si rivolgono a uno specialista per il deficit erettivo presentano ancora un legame emotivo abbastanza saldo.

La terapia sessuale, infatti, è una terapia mansionale centrata sul sintomo. Richiede la partecipazione attiva di entrambi i partner, sia nella fase di consulenza che in quella terapeutica vera e propria, svolta in ambito domestico.

Il ruolo della partner femminile

Affinché la terapia funzioni, è indispensabile che la partner non assuma un atteggiamento di distacco o di colpevolizzazione nei confronti del compagno. Anche se l’origine del problema è biologica o preesiste alla relazione, le ripercussioni sulla coppia sono inevitabili.

Le reazioni del partner con deficit erettivo

Anche solo 1 o 2 episodi di deficit erettivo possono generare nel partner maschile:

  • sconcerto e paura
  • consulti immediati con urologo o sessuologo
  • in alcuni casi, conclusioni errate sull’attrazione  verso la partner

Caso clinico 1: l’autodiagnosi sbagliata

Un uomo di circa 50 anni, dopo alcuni episodi di deficit erettivo con la moglie, si convince erroneamente di non essere più attratto da lei. Decide quindi di verificare la sua “autodiagnosi” frequentando un night club e provando ad avere un rapporto sessuale con un’altra donna…”disponibile” che però fallisce .

Solo allora si rivolge allo specialista. Dopo alcune  sedute diagnostiche di consulenza sessuologica, emerge come probabile causa  un problema circolatorio di tipo ereditario, poi confermato dal medico specialista urologo tramite eco-colordoppler penieno. Il trattamento farmacologico (vasodilatatori tipo Viagra) prescritto dal medico specialista, si rivela risolutivo e il paziente riesce a preservare il rapporto coniugale.

Caso clinico 2: il dubbio identitario

Un giovane alle prime esperienze sessuali, di fronte a pochi episodi di fallimento erettivo, mi chiede: «Dottore, non sarà che sono gay?» Anche qui, il disagio sessuale si trasforma rapidamente in disorientamento identitario, con forti ripercussioni emotive.

Le reazioni della partner: dubbi, insicurezze e insidie relazionali

Anche la partner può essere profondamente destabilizzata da episodi ripetuti di deficit erettivo. Tra i pensieri più comuni:

  • “Non gli piaccio più”
  • “Ha conosciuto un’altra donna”
  • “Non sono più attraente ai suoi occhi”

Tali insicurezze aumentano se la donna ha già una bassa autostima o se il partner evita di affrontare apertamente il problema.

Per questo è fondamentale che la partner:

  • sia coinvolta nel percorso terapeutico
  • sia almeno informata dell’avvio di un percorso diagnostico e di cura

Quando le cause del D. E e delle sue ricadute sulla   coppia vengono spiegate da un professionista, la credibilità aumenta, così come la capacità della coppia di gestire l’ansia e prevenire l’evitamento sessuale.

Evitamento sessuale: un meccanismo di difesa contro l’ansia

Spesso il partner disfunzionale (ma talvolta anche la partner) ricorre a strategie di evitamento per non alimentare pensieri negativi o per difendere la propria autostima.

Caso clinico 3: il calcio come scusa

Un uomo di 55 anni, operaio, utilizzava le partite di calcio in TV come scusa per coricarsi tardi e evitare il rapporto sessuale con la moglie, senza farla sentire rifiutata. Al mattino si giustificava dicendo: «Eri già addormentata, non volevo disturbarti».

L’unica eccezione: razionalità e sicurezza

Una delle poche partner che ho incontrato capace di affrontare il tema con razionalità era una  assistente di volo di circa 35 anni. Di fronte a un episodio di deficit del compagno (un pilota ambizioso), rispose con calma: «So che può succedere, mi è già capitato in passato».

Un atteggiamento che dimostra come maturità emotiva e conoscenza possano fare la differenza nella gestione della crisi.

il dialogo tra sessualità e sentimento è la chiave per la salute di coppia

Il deficit erettivo non è solo un problema individuale, ma ha ricadute profonde sulla relazione di coppia. Ignorarlo o trattarlo come un fatto personale può compromettere un rapporto solido.

È fondamentale:

  • affrontarlo in modo tempestivo
  • coinvolgere entrambi i partner
  • non cadere in valutazioni errate o solitarie

Solo così sarà possibile ricostruire il desiderio, ristabilire la fiducia e riportare equilibrio tra sessualità e sentimento.

Eiaculazione precoce: una disfunzione sessuale maschile frequente ma ancora sottovalutata

Diverso è lo scenario che si presenta quando il partner maschile è affetto da eiaculazione precoce (EP), sia per l’impatto emotivo che la disfunzione provoca, sia per le dinamiche relazionali che si innescano nella coppia.

Anche se questo non è il contesto adatto per analizzare nel dettaglio tutte le cause e le strategie terapeutiche per risolvere l’eiaculazione precoce, è importante accennare a tre concetti fondamentali.

  1. La E.P è la disfunzione sessuale maschile più diffusa

L’eiaculazione precoce è la disfunzione sessuale più comune nei maschi sessualmente attivi, anche se, fino a pochi  anni fa, non era la principale causa che spingeva gli uomini a consultare uno specialista in sessuologia o andrologia. Questo perché era preceduta, per frequenza di consultazione, dal deficit erettivo.

Il deficit erettivo tende infatti a spaventare molto di più, specialmente in età giovanile, spingendo l’uomo a cercare immediatamente un aiuto. Al contrario, in caso di EP, la richiesta d’aiuto è spesso più tardiva, e fino a  quindici anni fa si ricorreva solo a soluzioni fai-da-te, come creme o profilattici ritardanti che fornivano un aiuto momentaneo ma che non permettevano di andare alla radice del problema,  e di  chiedere un reale supporto terapeutico.

2. Il parametro oggettivo: lo IELT

La comunità scientifica utilizza un criterio oggettivo per diagnosticare l’eiaculazione precoce: lo IELT (Intravaginal Ejaculatory Latency Time), ovvero il tempo che intercorre tra la penetrazione e l’eiaculazione.

Secondo le linee guida:

  • Uno IELT inferiore a 1-2 minuti indica una vera eiaculazione precoce;
  • Uno IELT compreso tra 1 e 3 minuti configura una forma borderline;
  • Uno IELT superiore a 3-4 minuti rientra nella norma e non necessita di trattamento, anche se alcuni pazienti, pur in assenza di patologia, chiedono comunque una terapia.

Può accadere, anche se raramente, che sia l’uomo stesso a non essere soddisfatto delle proprie prestazioni, anche in presenza di una partner sessualmente appagata. In questi casi, spesso si tratta di falsa eiaculazione precoce, ovvero una condizione in cui la percezione soggettiva dell’uomo è distorta rispetto alla realtà oggettiva.

Nelle prime esperienze sessuali, inoltre, l’eiaculazione precoce è fisiologicamente comune. Il rimedio più utilizzato in questi casi è avere un secondo rapporto a distanza di poco tempo, sfruttando il fatto che il tempo di latenza eiaculatoria aumenta se il precedente rapporto è avvenuto da poco, per motivi legati alla fisiologia dei neurotrasmettitori coinvolti nell’orgasmo.

3. Eiaculazione precoce e deficit erettivo: una possibile coesistenza

Non è raro che le due disfunzioni — deficit erettivo ed eiaculazione precoce — siano co-presenti. In molti casi, l’eiaculazione precoce è favorita dal timore di perdere l’erezione, soprattutto durante i preliminari o nella fase iniziale del rapporto. In questi casi, è fondamentale affrontare prima il deficit erettivo, secondo le linee guida terapeutiche.

L’evoluzione del vissuto di coppia: dalla rivoluzione sessuale al presente

A partire dagli anni Settanta, con l’introduzione della pillola contraccettiva (legalizzata in Italia nel 1971 grazie all’impegno di movimenti come Aied e Partito Radicale), la sessualità femminile ha conquistato una nuova legittimità. La donna ha iniziato a vivere la sessualità come parte integrante della propria femminilità, e non solo come mezzo per la procreazione.

Questa trasformazione ha fatto emergere, con maggiore evidenza, le disfunzioni sessuali silenti, sia maschili che femminili. Se in passato il piacere sessuale era percepito come prerogativa maschile e come una eventualità  auspicabile ma non necessaria per la donna, oggi la soddisfazione reciproca è diventata centrale nella relazione.

In questo nuovo contesto, l’uomo affetto da eiaculazione precoce può essere vissuto come egoista, soprattutto quando non si prende carico del piacere della partner. La donna, a sua volta, non si rassegna più a un ruolo passivo, ma può sviluppare risentimento verso il partner che non cerca soluzioni concrete al problema.

Caso clinico: una coppia di mezza età e un “colpo di scena”

Una donna di 47 anni, avvicinandosi alla menopausa, convince il marito 50enne, affetto da eiaculazione precoce resistente, a consultare un sessuologo. Durante il percorso terapeutico, che nel suo caso ha previsto l’associazione di terapia mansionale sessuologica con una terapia farmacologica a base di dapoxetina (prescritta dal proprio medico di fiducia)), emerge un particolare inaspettato.

In un colloquio individuale, il paziente rivela di non aver sofferto di EP durante due relazioni extraconiugali poi concluse, in particolare nell’ultima, terminata l’anno prima. Questo dettaglio spiega perché abbia cercato aiuto solo ora, alla soglia dei 50 anni.

Le nuove generazioni: maggiore consapevolezza e volontà di cambiamento

Lo scenario attuale è cambiato, soprattutto tra i più giovani. Presentiamo brevemente due casi clinici recenti, rappresentativi di questa nuova sensibilità.

Marco e Cecilia: un desiderio di miglioramento

Marco, 35 anni, agente di commercio, è sposato con Cecilia, commessa e madre dei loro due figli. La relazione è buona, anche dal punto di vista sessuale, ma Marco sente l’esigenza di migliorare le proprie prestazioni.

La sua storia sessuale è complessa: ha sofferto da giovane di induratio penis plastica,( in pratica una curvatura del pene in erezione), corretta poi chirurgicamente, e ha avuto una prima relazione affettiva insoddisfacente sul piano sessuale anche a causa di problemi ginecologici non risolti della partner.. La nascita ravvicinata dei due figli ha impedito alla coppia di recuperare pienamente l’intimità. Ora che la fase del puerperio è superata, Marco desidera finalmente curare la sua  eiaculazione precoce ,anche se si presenta in una forma lieve

Carlo e Gabriella: quando la disfunzione riflette un conflitto emotivo

Una coppia di giovani ricercatori in fisica, Carlo e Gabriella, affronta e supera brillantemente l’eiaculazione precoce con una terapia mansionale di coppia. Anni dopo, trasferitesi nel Nord Europa, la disfunzione ricompare.

Il motivo? Gabriella, vicina ai 40 anni, desidera un figlio senza ulteriori rinvii, mentre Carlo preferisce rimandare. Il contrasto riattiva l’EP. Dopo alcuni colloqui online, Carlo viene indirizzato a un collega del luogo dove vive per una psicoterapia più strutturata, poiché l’EP potrebbe essere il sintomo di un’ansia generalizzata legata alla paternità e a un futuro lavorativo incerto.

Conclusioni: una relazione solida è la base di una terapia efficace

La presentazione di questi casi conferma un concetto fondamentale già accennato nella prima parte dell’articolo: la terapia sessuale  anche per il trattamento della eiaculazione precoce funziona molto bene, ma a una condizione imprescindibile: che la relazione sentimentale tra i partner non sia compromessa e che le rispettive esigenze e aspirazioni non entrino in conflitto.

Quando la coppia è affiatata, motivata e aperta al cambiamento, è possibile affrontare con successo anche una disfunzione delicata come l’eiaculazione precoce, ritrovando soddisfazione, intesa e complicità nella vita sessuale.

La redazione in collaborazione con il Dr. Ferdinando Cesarano – psicoterapeuta

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