Dossier Salute

Disegno di legge sull’adozione di embrioni congelati abbandonati: novità scientifiche e normative

EMBRIONI

Tra un mese il governo presenterà il DDL per l’adozione degli embrioni congelati abbandonati. L’articolo spiega le tecniche di crioconservazione, lo stato di salute degli embrioni e cosa prevede la legge attuale e quella in arrivo.

Negli ultimi anni in Italia sono migliaia gli embrioni crioconservati che restano inutilizzati nei laboratori di procreazione assistita. Per affrontare questo tema, il governo ha annunciato un nuovo disegno di legge che permetta l’adozione degli embrioni congelati «in stato di abbandono»​. Il provvedimento – frutto di un lavoro congiunto dei ministeri della Famiglia, della Salute e della Giustizia – punta ad assimilare questa procedura a quella dell’adozione tradizionale, dando «un’opportunità di vita a vite sospese»​. Di seguito esploriamo i dettagli scientifici e normativi della questione: dalle tecniche di crioconservazione all’iter dell’adozione embrionale, fino alle previsioni legislative vigenti e future.

CRIOCONSERVAZIONE DEGLI EMBRIONI E PROCEDURE DI FECONDAZIONE ASSISTITA

La crioconservazione è la procedura con cui gli embrioni prodotti in vitro vengono congelati e conservati a -196°C in azoto liquido​. In breve, le fasi principali sono:

  • Stimolazione ovarica: alla donna viene somministrata una terapia ormonale per ottenere più ovociti maturi​.
  • Prelievo e fecondazione: gli ovociti vengono prelevati e fecondati in laboratorio, ottenendo in genere più embrioni.
  • Sviluppo embrionale in vitro: gli embrioni crescono fino allo stadio di blastocisti (circa 5-6 giorni dal concepimento)​.
  • Crioconservazione (vitrificazione): al 5°-6° giorno gli embrioni più idonei vengono congelati rapidamente, abbassando la temperatura da ~37°C a –197°C in pochi minuti​. Questa tecnica, detta vitrificazione, evita la formazione di cristalli di ghiaccio che possono danneggiare le cellule.
  • Stoccaggio: gli embrioni vengono conservati in apposite cannucce in azoto liquido fino a un eventuale futuro scongelamento e impianto.

 

Questi embrioni congelati possono restare vitali per anni senza deteriorarsi: il loro stato di “vita sospesa” è prolungabile indefinitamente se la conservazione è ottimale​. In effetti, studi clinici dimostrano che anche dopo molti anni di crioconservazione la capacità riproduttiva dell’embrione non si riduce in modo significativo (un caso documentato nel Regno Unito ha riportato il successo di un embrione congelato per oltre vent’anni​. Grazie a queste tecniche avanzate, la sopravvivenza allo scongelamento degli embrioni crioconservati è molto alta. Lo sviluppo embrionale può riprendere normalmente dopo il trasferimento in utero, offrendo alle coppie un’ulteriore possibilità di concepimento.

MODALITÀ DI ADOZIONE (DONAZIONE) DEGLI EMBRIONI

L’adozione degli embrioni in realtà coincide tecnicamente con una donazione embrionale: una coppia infertile riceve in “affido” un embrione crioconservato da un’altra coppia che rinuncia alla sua utilizzazione. Per garantire sicurezza ed efficacia, il progetto di legge prevede alcuni vincoli sanitari:

  • Età massima della donna ricevente: come già avviene nella PMA, si valuta un limite intorno ai 46 anni per l’impianto di questi embrioni​.
  • Screening genetici: prima del trasferimento si eseguiranno test genetici sia sull’embrione (diagnosi genetica preimpianto) per verificarne la salute e l’assenza di anomalie, sia sulla donna per valutare la compatibilità genetica con l’embrione​. Ciò serve a minimizzare i rischi di malformazioni e rigetto immunitario.
  • Procedure nei LEA: le prestazioni mediche necessarie (stimolazione, trasferimento, esami) dovrebbero essere incluse nei Livelli Essenziali di Assistenza, ossia erogate dal sistema sanitario pubblico senza costi diretti per le coppie​.
  • Registri e controlli: si ipotizza la creazione di un registro nazionale degli embrioni crioconservati abbandonati, per tracciare i donatori e gli eventuali riceventi (come suggerito dal ministro Schillaci)​.

 

I ministri coinvolti stanno dunque valutando se inquadrare la procedura come una vera adozione legale (simile a quella di un bambino) oppure come una donazione medica di cellule/tessuti​. L’idea è ribadita dalla Ministra Roccella: «non sarà una donazione di cellule o tessuti, ma un’adozione a tutti gli effetti»​. In ogni caso, una volta approvata la legge, le coppie interessate potranno fare domanda di affidamento dell’embrione in cui intendono «prendersi carico di una nuova genitorialità» per dare un futuro a quella vita embrionale​.

STATO DI SALUTE DEGLI EMBRIONI CRIOCONSERVATI

Dal punto di vista biologico gli embrioni congelati non subiscono mutazioni o danni strutturali rilevanti nel tempo, a condizione che la crioconservazione sia eseguita correttamente. Studi clinici confermano che non vi è correlazione tra il tempo di stoccaggio e gli esiti di gravidanza: embrioni crioconservati anche per oltre cinque anni hanno dato tassi di impianto e di nati vivi sovrapponibili a quelli degli embrioni più recenti​. Prima del trasferimento nell’utero, gli embrioni destinati all’impianto vengono spesso analizzati tramite diagnosi genetica preimpianto (PGD) per valutare il cariotipo e scoprire eventuali anomalie cromosomiche​. Questo garantisce che nel nuovo utero vengano impiantati embrioni con le migliori prospettive di portare a termine una gravidanza sana. Le strutture sanitarie coinvolte seguiranno protocolli rigorosi (simili a quelli della fecondazione in vitro tradizionale) per assicurare la massima qualità e sicurezza sia dell’embrione sia della donna ricevente.

QUADRO NORMATIVO ATTUALE

In Italia la Legge 40/2004 disciplina la procreazione medicalmente assistita. Le sue norme, integrate dai decreti ministeriali successivi (in particolare il D.M. 4 agosto 2004 di Sirchia), vietano la donazione di embrioni crioconservati a terzi o l’impiego degli stessi per fini di ricerca. Il decreto del 2004 definisce altresì cosa significhi embrione «abbandonato»: è abbandonato un embrione per il quale la coppia di genitori ha rinunciato per iscritto al futuro impianto o che non può essere tracciato (dopo almeno un anno di tentativi)​. Sulla base di queste regole, si contano in Italia circa 3.862 embrioni abbandonati nella prima categoria e 6.279 nella seconda (dati 2016)​.

Formalmente, oggi non esistono norme che consentano a una coppia di adottarli. Come ricorda un’esperta legale, gli embrioni congelati sono considerati tessuto biologico e «non hanno personalità giuridica», quindi non è possibile applicare loro la legge sulle adozioni dei minori​. Fino a oggi, la destinazione di questi embrioni non impiantati è stata in gran parte incerta: rimangono congelati o, in casi estremi, vengano scartati solo per deperimento o necessità di liberare spazio, sebbene il divieto di distruzione resti vigente​. In sintesi, l’attuale legislazione impedisce che questi embrioni passino da uno stato di attesa ad un nuovo progetto genitoriale, destinandoli di fatto al congelamento indefinito o all’uso esclusivamente di ricerca (se autorizzato).

IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE: COSA CAMBIA

Il nuovo DDL sull’adozione degli embrioni mira a cambiare radicalmente questo quadro. La Ministra Eugenia Roccella ha spiegato che il testo di legge seguirà la prassi dell’adozione tradizionale, con «tutte le cautele del caso»​, assimilando l’affidamento dell’embrione a quello di un bambino. In pratica, le coppie che desiderano un figlio potrebbero fare domanda per adottare un embrione crioconservato abbandonato, seguendo un iter simile a quello adottivo. I ministeri stanno lavorando intensamente al provvedimento: nei tavoli tecnici l’obiettivo è superare gli ostacoli giuridici attuali, decidendo modalità chiare per l’assegnazione degli embrioni​.

La proposta ha preso spunto anche da indirizzi internazionali: ad esempio, il Vaticano aveva manifestato interesse (Papa Francesco definì gli embrioni «vita» da proteggere​) e nel 2005 era stato avanzato l’idea di una cosiddetta “Adozione per la nascita”. Oggi si cerca una soluzione pratica: come confermato dal ministro Schillaci, si sta «valutando se sarà un’adozione o una donazione» di embrioni​. In ogni caso, anche nella bozza di legge si ribadisce che la tutela di madre e figlio è prioritaria, prevedendo controlli medici e consenso informato per le coppie riceventi. Il DDL includerà specifiche normative per il registro nazionale degli embrioni crioconservati, come chiesto da Schillaci, in modo da avere dati certi su quanti embrioni siano disponibili e metterli a disposizione delle famiglie interessate. In definitiva, il cambiamento fondamentale è che quegli embrioni oggi «sospesi» potrebbero finalmente ricevere una destinazione parentale ufficiale, anziché rimanere «rinchiusi nei congelatori»​.

PROSPETTIVE E ITER NORMATIVO

Il percorso di approvazione del DDL sarà ancora relativamente rapido: il governo ha annunciato l’entrata in Aula entro un mese dalla conferma di Roccella​. Dopo l’iter parlamentare, se la legge verrà approvata, saranno necessari decreti attuativi e linee guida tecniche per definire i dettagli di procedure e criteri. Secondo la Società Italiana di Ginecologia, aspetti come il limite d’età di 46 anni, i test genetici obbligatori e l’integrazione nei Livelli Essenziali di Assistenza dovranno essere formalizzati per tutelare madre e embrione​.

Sul fronte sociale, il provvedimento punta a ridurre il numero di embrioni «orfani» e al tempo stesso ad aiutare coppie con problemi di fertilità. Pur senza entrare nei dibattiti etici, è chiaro che il DDL darà nuova centralità alla vita embrionaleinserendola nel diritto di famiglia, come evidenziato dalle parole dei promotori.

In futuro, si potrebbe ipotizzare un afflusso di richieste di adozione degli embrioni: per questo saranno necessari tempi rapidi anche per le campagne di informazione e la predisposizione di specialisti in ogni regione. Il registro nazionale costituirà uno strumento chiave per monitorare il numero di embrioni adottati e garantire trasparenza. In sostanza, l’Italia si prepara a colmare il gap con altri Paesi (come Spagna o USA, dove la donazione embrionale è consentita​) offrendo un percorso legislativo unico nel suo genere.

FAQ

Sono gli embrioni prodotti da un ciclo di PMA che risultano crioconservati in laboratorio e per i quali la coppia di genitori ha dichiarato di non volerne più l’impianto o non è più rintracciabile

No. Attualmente la legge considera gli embrioni in vitro come tessuto biologico. Vieta la loro donazione a terzi e li può destinare solo al mantenimento crioconservato o alla ricerca​. In altre parole, al momento non esiste una procedura legale per «adottare» un embrione.

Il DDL in preparazione mira a introdurre la possibilità giuridica che una coppia possa adottare (o donare) embrioni crioconservati abbandonati, seguendo un iter analogo all’adozione infantile​. Ciò consentirà a coppie infertili di ricevere un embrione da impiantare, senza dover ricorrere a donazione di gameti.

Saranno previste condizioni analoghe a quelle delle tecniche di PMA. Ad esempio, un’età massima della donna (intorno ai 46 anni) e il superamento di tutti i controlli sanitari obbligatori. Gli embrioni candidati all’adozione subiranno test genetici preimpianto per verificarne lo stato di salute e compatibilità​. Il percorso dovrebbe essere gestito dal Servizio Sanitario Nazionale.

Sì: la crioconservazione moderna mantiene inalterato il potenziale riproduttivo degli embrioni. Studi clinici dimostrano che perfino embrioni conservati a lungo non perdono la loro capacità di impiantarsi​. Inoltre, con tecniche avanzate come la vitrificazione e l’analisi preimpianto​, gli embrioni trasferiti vengono scelti tra i più sani. Ciò garantirebbe le migliori probabilità di successo e sicurezza per la gestante.

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