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Cefalea: come trattarla con l’angioplastica

cefalea angioplastica

L’angioplastica è una procedura adatta a tutti? Quando è consigliata e quali sono i benefici di un paziente affetto da cefalea.

Il dolore alla testa più comune, la cefalea

La cefalea è un termine medico che indica il dolore alla testa e può includere una vasta gamma di condizioni, dal mal di testa episodico a forme croniche gravi.

Dal punto di vista scientifico, si distingue tra cefalee primarie e cefalee secondarie,  la cefalea è un sintomo e non una malattia in sé. Ciò significa che può essere causata da una vasta gamma di fattori, sia organici che funzionali.

Per meglio comprendere e trattare la cefalea, i medici la classificano in diverse categorie principali:

  • Cefalee primarie: Sono le forme più comuni e non sono causate da altre patologie. Includono:
    • Cefalea tensiva, Emicrania , Cefalea a grappolo
  • Cefalee secondarie: Sono causate da altre patologie o condizioni, come:
    • Sinusite: Infiammazione dei seni paranasali.
    • Tensioni muscolari: A livello del collo o della nuca.
    • Problemi alla vista: Come l’ipermetropia o la miopia.
    • Tumori cerebrali: Sebbene rari, i tumori possono causare cefalea.
    • Meningite: Infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale.

Cefalea su base vascolare venosa: un approfondimento

Il nostro cervello è irrorato da numerose arterie e vene. Le vene hanno il compito di drenare il sangue “usato” dal cervello, portandolo al cuore.

Un restringimento, o stenosi, di queste vene può potenzialmente interferire con questo processo, causando un accumulo di sangue e aumentando la pressione all’interno del cranio.

I sintomi della cefalea su base vascolare venosa possono variare da persona a persona e possono includere:

  • Dolore: Spesso descritto come un dolore costante, pulsante o lancinante, che può localizzarsi in una zona specifica della testa o essere diffuso.
  • Altri sintomi: Nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai suoni, difficoltà a concentrarsi.

Si ipotizza che i restringimenti venosi possano contribuire all’insorgenza di cefalea attraverso diversi meccanismi:

  • Aumento della pressione intracranica: L’accumulo di sangue può aumentare la pressione all’interno del cranio, stimolando i recettori del dolore e causando cefalea.
  • Infiammazione: La stenosi venosa può innescare una reazione infiammatoria che irrita le strutture cerebrali e provoca dolore.
  • Alterazioni del flusso sanguigno: Un flusso sanguigno alterato può influenzare l’apporto di ossigeno e nutrienti al cervello, contribuendo all’insorgenza di cefalea

Diagnosticare la cefalea, quali esami eseguire

La diagnosi della cefalea si basa su un’accurata valutazione clinica e su una serie di esami per identificare la tipologia di mal di testa e le eventuali cause sottostanti.

In primis vi è la raccolta di informazioni sulla natura del mal di testa (tipo di dolore, intensità frequenza, fattori scatenanti, storia familiare di cefalea etc),

in seguito andrà effettuata da parte dello specialista una valutazione clinica approfondita, fondamentale per escludere segni di condizioni neurologiche o sistemiche.

In base ai risultati dell’anamnesi e dell’esame clinico, possono essere richiesti ulteriori esami:

  • Imaging cerebrale:
    • Risonanza magnetica (RM): Utilizzata per visualizzare il cervello e le strutture circostanti per escludere anomalie come tumori, emorragie o malformazioni vascolari.
    • Tomografia assiale computerizzata (TAC): Utilizzata in situazioni di emergenza per identificare emorragie intracraniche o altre patologie acute.
    • Eco colo Doppler dei vasi venosi del collo: permette di valutare  dimensioni, ed eventuali restringimenti dei vasi venosi oltre che presenza di setti e/o membrane interne limitanti il flusso. Permette infatti  di campionare anche il flusso e la velocità del sangue.

Come curare la cefalea con l’angioplastica (PTA)

La cefalea è una condizione molto comune che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, si stima che circa il 50% della popolazione adulta abbia sperimentato almeno un episodio di cefalea nell’ultimo anno.

Molti pazienti vagano nel tempo alla ricerca di una cura adatta e dello specialista che possa risolvere loro il problema, ma spesso i sintomi rimangono.

Tra i trattamenti consigliati oggi vi è l’angioplastica.

L’angioplastica è una procedura minimamente invasiva utilizzata principalmente per dilatare le arterie ostruite, ad esempio quelle coronarie nel cuore.

Nel contesto della cefalea, l’angioplastica viene utilizzata per dilatare le vene giugulari interne, che sono grandi vene che drenano il sangue dal cervello al cuore.

L’ipotesi è che alcune forme di cefalea, come quelle associate a problemi di circolazione venosa cerebrale, potrebbero beneficiare di una maggiore ampiezza delle vene giugulari. Dilatando queste vene, si potrebbe ridurre la pressione all’interno del cranio e alleviare il dolore grazie al conseguente miglioramento della velocità del flusso sanguigno a valle.

L’obiettivo è alleviare la pressione all’interno del cranio e ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi di cefalea, soprattutto in quei casi in cui si sospetta una correlazione tra mal di testa e problemi di drenaggio venoso.

Come avviene l’intervento di angioplastica per trattare la cefalea

Il paziente viene sottoposto ad anestesia locale nella zona dell’inguine (raramente al collo) da dove viene inserito un sottile catetere vascolare ( un piccolo e sottile tubicino di plastica) nell’arteria o nella vena, a seconda della tecnica utilizzata. Questo catetere viene guidato fino a raggiungere la vena giugulare interna stenotica, ovvero quella con il sospetto restringimento. Si inietta mezzo di contrasto e si delineea l’eventuale restringimento/i del vaso venoso in esame.

Una volta identificata la zona del restringimento, viene inserito un palloncino al posto del catetere. Gonfiando il palloncino, si dilata la vena ristretta, migliorando così il flusso sanguigno.

 In alcuni casi, può essere posizionato uno stent all’interno della vena per mantenerla aperta e prevenire una nuova stenosi nel tempo.

Molti pazienti riportano una significativa riduzione della frequenza e dell’intensità degli attacchi di cefalea dopo l’intervento.

L’alleviamento del dolore consente ai pazienti di riprendere le proprie attività quotidiane e di migliorare la loro qualità di vita mantenendo i benefici nel tempo.

Eventuali nuovi restringimenti, anche se relativamente rari, possono comunque essere ritrattati con un nuovo intervento anche a distanza di molti anni.

La dimissione avviene generalmente nella stessa giornata con una ripresa immediata di tutte le attività quotidiane e lavorative.

La redazione in collaborazione con il Dott. Tommaso Lupattelli Chirurgo Interventista a Milano

FAQ

È una procedura mininvasiva che mira a migliorare il flusso venoso cerebrale, alleviando alcuni tipi di cefalea cronica.

Quando la cefalea è associata a insufficienza venosa cerebrospinale, diagnosticata tramite esami specifici.

No, si tratta di una tecnica poco invasiva e generalmente ben tollerata dai pazienti.

Riduzione dell’intensità, frequenza e durata degli episodi cefalalgici in pazienti selezionati.

In centri specializzati, come quello guidato dal Dr. Lupattelli, esperto in angioplastica venosa.

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