Nella vita professionale di un medico andrologo succede spesso che un paziente chieda quando sia necessario effettuare lo spermiogramma, cioè l’analisi della qualità degli spermatozoi sulla base di forma, numero e motilità.
A torto, si è portati a pensare che, se l’attività sessuale è soddisfacente e non si notano anomalie a livello di testicoli ed eiaculato, sia inutile sottoporsi ad esami.
Allo stesso modo, solo quando si ha intenzione di avere un bambino e magari la donna ha difficoltà a restare incinta, l’uomo si preoccupa di verificare la qualità del proprio liquido seminale attraverso lo spermiogramma.
Perché è meglio non aspettare
In caso di scarsa qualità dello sperma, ripristinare una situazione che possa condurre ad una spermiogenesi efficace non è così facile né scontato. I tempi di una adeguata terapia difficilmente sono inferiori all’anno. Inoltre, l’età e/o altre problematiche di salute possono rendere complicato, se non impossibile, ottenere risultati soddisfacenti.
Ecco perché, in un’ottica di lungimirante prevenzione, con il supporto dei genitori prima ed in autonomia dopo i 18 anni, sapere sempre periodicamente quale sia la condizione funzionale spermatica è fondamentale per poter intervenire in tempo e con le azioni necessarie.
L’errore comune
Come accennato all’inizio, l’errore comune frequente è di non preoccuparsi fintanto che non emerga un problema od una necessità. Purtroppo, spesso sono i medici stessi che compiono l’errore di non suggerire al paziente un controllo approfondito del proprio sperma oppure lo fanno con colpevole ritardo.
Pochi sono poi i medici, generali o specialisti, che pensano ab initio ad una analisi più articolata del liquido spermatico, ovvero dell’ambiente in cui vivono gli spermatozoi.
Analisi del liquido spermatico
Lo dimostra il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi viene fatto eseguire lo spermiogramma, ma non l’analisi del liquido spermatico per i diversi parametri oggi disponibili, rivelatisi fondamentali in questi ultimi anni per la comprensione, la diagnosi e la terapia… spesso molto più della puntuale ricerca delle microalterazioni morfologiche degli spermatozoi.
Ancora pochi uomini e medici pensano che lo spermiogramma e l’analisi del liquido spermatico siano esami fondamentali per valutare lo stato di salute genitale, ma anche generale. Ci si limita, nel migliore dei casi, allo spermiogramma che però rappresenta solo una parte di quella che dovrebbe essere un’analisi a 360°.
Ad esempio, la sedentarietà ed il sovrappeso sono nemici della qualità degli spermatozoi, mentre l’attività fisica ne è amica.
Quando fare la prima analisi spermatica
La prima e più importante questione è quale sia l’età in cui fare questa analisi per la prima volta.
L’apparato genitale maschile diventa funzionante al 100% in un arco temporale ampio, in genere tra gli 11 e i 16 anni. In tale periodo, chiamato puberale, l’individuo cresce più o meno rapidamente, cambia aspetto acquisendo i caratteri maschili, sviluppa la struttura del suo apparato genitale e diventano possibili le emissioni di sperma: spontanee (polluzioni) o prodotte con la masturbazione/stimolo erotico (eiaculazioni)… a volte con i primi rapporti sessuali, sempre più precoci.
In generale entro il sedicesimo anno di vita ogni individuo maschio ha raggiunto e completato la maturità del proprio apparato genitale, per cui se ciò non è avvenuto allora è necessario verificare le ragioni del ritardo e nel caso attivare le terapie.
Dai 16 ai 20 anni si parla di periodo adolescenziale in cui il corpo perfeziona il proprio sviluppo, così come l’apparato genitale. Se l’individuo diventa pienamente maturo per la funzione genitale entro i 18 anni, occorrerà ancora qualche hanno per la piena maturità comportamentale e sociale… ma ciò esula dal contesto trattato in questa sede.
Sulla scorta di questa tempistica di sviluppo si può sostenere che un maschio possa e debba effettuare la sua prima analisi spermatica intorno ai 18 anni.
Le implicazioni medico-legali
Pur essendo tecnicamente possibile che un giovane possa eseguire l’analisi spermatica prima della maggiore età, in tal caso sarebbe necessario l’assenso dei genitori.
Le possibili implicazioni medico-legali suggeriscono dunque di riservare l’esame prima dei 18 anni alla sola presenza di un sospetto patologico da definire con i mezzi disponibili, quindi anche con l’analisi spermatica, cui, si spera, i genitori non si opporranno.
L’utilità dell’analisi spermatica raggiunta la maggiore età
Un giovane diciottenne/ventenne che esegua spermiogramma ed analisi spermatica conoscerà esattamente il suo reale stato di funzionamento genitale, che non può essere certamente limitato a due testicoli di corrette dimensioni nello scroto e ad adeguate erezioni ed eiaculazioni.
Si tratta purtroppo di un retaggio, ancora attuale, legato alla leva militare non più obbligatoria. Ciò ha fatto venire meno un controllo che, seppur parziale, rappresentava comunque una valutazione preventiva, senza che sia stato sostituito da campagne di screening in età adolescenziale.
Un giovane uomo che all’analisi spermatica ottiene un risultato positivo saprà di essere sano sotto questo profilo, ma anche che altri aspetti delle funzioni del proprio corpo sono in buone condizioni.
Un giovane uomo che all’analisi spermatica ottiene un risultato negativo saprà di avere in corso delle problematiche genitali e/o generali che meritano di essere valutate e corrette.
Quale è la frequenza efficace dei controlli?
Un’analisi spermatica che abbia avuto esito positivo, indipendentemente dalla comparsa di sintomi specifici, si può ritenere sia utile eseguirla ogni 3 anni, quale tempo congruo da far trascorrere tra un controllo e l’altro… ovviamente in associazione alla valutazione clinica andrologica.
Un monitoraggio costante nel tempo consentirà qualcosa che oggi è ancora molto raro: determinare l’inizio e l’evoluzione di patologie e disfunzioni genitali/spermatiche, aspetto essenziale nella valutazione e definizione delle terapie.
L’analisi spermatica va in ogni caso effettuata ogni volta che si presenti un problema genitale disfunzionale, poiché gli aspetti che generano quel problema possono avere effetti sulla spermiogenesi oppure proprio quel problema rappresenta il segnale di una disfunzione nella spermiogenesi.