Obesità, record poco invidiabile per l’Italia

Obesità, record poco invidiabile per l'Italia

 

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Di recente si è celebrato in Italia l’Obesity Day, la giornata di sensibilizzazione sul tema dell’obesità. E ciò è avvenuto proprio nei giorni in cui il nostro Paese ha raggiunto il poco invidiabile record di nazione con il più elevato numero di bambini obesi, anche più degli Stati Uniti dove il junk food (cibo spazzatura) dilaga da sempre. A dirlo è l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): da noi 1 bambino in età scolare su 5 è sovrappeso e 1 su 10 obeso. Il numero è impressionante e il trend non accenna a diminuire, tanto che sono allo studio provvedimenti ministeriali per tentare di arginare il fenomeno.

Purtroppo c’è chi ritiene che grasso sia “bello”, simbolo di giovialità e gioia di vivere, opulenza e abbondanza (sono molto di moda, ad esempio, le modelle “curvy”). Sia chiaro: se da un lato è doveroso che le persone in sovrappeso o obese non siano discriminate né vittime di bullismo, come spesso accade, dall’altro esse vanno certamente aiutate per non andare incontro a gravi problemi di salute con il passare degli anni e non certo perchè pur in sovrappeso non (ci) si possa piacere.  Studi scientifici e statistici hanno dimostrato come le persone soprappeso e gli obesi siano più colpite da malattie fortemente invalidanti e vivano meno a lungo rispetto agli individui normopeso. Tra le patologie legate all’obesità più frequentemente chiamate in causa vi sono senza dubbio:

  • le malattie metaboliche come diabete, dislipidemia, ipercolesterolemia, gotta;
  • le malattie cardiovascolari come ipertensione arteriosa, aterosclerosi, insufficienza Coronaria,  fino all’infarto, vasculopatie cerebrali, fino all’ictus;
  • le malattie degenerative delle ossa e delle cartilagini, con osteo condro artropatie soprattutto della colonna vertebrale del bacino e degli arti inferiori.

Cosa si può fare per evitare tutto ciò? La prima regola da seguire è semplice e banale: non ingrassare! L’uomo non nasce con problemi di obesità per cui sarebbe importante controllare per tutta la vita il proprio peso. Certo, la cosa richiederà qualche sforzo e sacrificio, ma è nulla in confronto a quanto deve “soffrire” chi è costretto a perdere molti chili per motivi di salute! Questo è un messaggio molto importante, da trasmettere soprattutto nell’età infantile, quando i genitori dovrebbero ricordare che un bambino obeso diventerà facilmente un adulto obeso e molto probabilmente dovrà lottare con la bilancia per tutta la vita.

Tornando ai possibili provvedimenti da adottare, ci sarebbe davvero da perderci la testa considerate tutte le “miracolose” soluzioni scientifiche e non proposte a livello mediatico per perdere peso senza privazioni. Ultimamente il dibattito è frequente anche in tv, con fantomatici esperti nutrizionisti che disorientano lo spettatore accapigliandosi per sostenere una dieta piuttosto che un’altra. Io non entro nel merito, ma da cardiologo che ogni giorno constata i danni provocati dall’obesità e dal grasso in eccesso mi limito solo ad alcune considerazioni. Per secoli (se non millenni) noi italiani abbiamo insegnato al mondo come nutrirsi, poi, lentamente, nel tempo, ci siamo allontanati dalle nostre tradizioni copiando il peggio da altre nazioni e culture: i pro e i contro della globalizzazione alimentare oserei dire…

Certo, oggi è più facile per una mamma allungare al figlioletto seduto davanti al televisore o al videogioco uno snack confezionato piuttosto che preparargli una fetta di pane con un po’ di marmellata e portarlo in piscina o in palestra. Dobbiamo imparare a essere semplici anche nel modo di nutrirci, non è solo una questione  di calorie, di grassi o di carboidrati, dobbiamo ritrovare il buon senso di fronte a porzioni troppo abbondanti o a piatti tropo elaborati e sofisticati; dobbiamo essere fisicamente più attivi, meno pigri e sedentari, per mettere in moto la carburazione perfetta del nostro metabolismo, che nella stragrande maggioranza dei casi alla nascita funziona nel migliore dei modi. Dobbiamo bere più acqua, anche durante il lavoro, e bere vino con moderazione durante i pasti, se ci piace.

Non servono farmaci, ma consapevolezza e buona volontà. Non deve essere uno sforzo traumatico, repentino o transitorio, ma un approccio alimentare costante e graduale con obiettivi realistici e raggiungibili con pochi, piccoli sacrifici, che però ci ricompenseranno largamente e a lungo senza debilitarci o deprimerci, ma garantendoci il pieno benessere.

 


Dott. Guidalberto Guidi

Dott. Guidalberto Guidi

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