La rimozione di tatuaggi e macchie con il laser: luoghi comuni da sfatare

La rimozione di tatuaggi e macchie con il laser: luoghi comuni da sfatare

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Per eliminare una macchia o un tatuaggio si può ricorrere all’aiuto dei laser selettivi non ablativi a impulsi ultraveloci. Questi laser utilizzano un raggio monocromatico coerente, che raggiunge il bersaglio (i colori dei tatuaggi o delle macchie in questo caso) senza ‘toccare’ la superficie della pelle. I tatuaggi professionali di vecchia data, a colorazione mista e quelli con pigmento bianco o marrone sono i più difficili da eliminare. Per eliminare un tatuaggio sono sempre necessarie più sedute: da un minimo di 2 per tatuaggi sfumati, a 8/10 sedute, se la tecnica di esecuzione del tatuaggio, i pigmenti usati e i tessuti del paziente lo richiedono. A seconda dei colori sui quali si deve intervenire cambia il tipo di laser.

Sulla laserterapia finalizzata alla rimozione dei tatuaggi esistono ancora molti luoghi comuni e false credenze, che si propagano nel web non sempre in buona fede. Il laser Q-switched, utilizzato in tutto il mondo, non è pericoloso e i dati presenti in letteratura lo dimostrano. Un’eventuale pericolosità può derivare soltanto dalla natura del pigmento usato dal tatuatore: nel caso di pigmenti colorati a base di coloranti azoici il laser Q-switched può accentuarne la pericolosità. I coloranti azoici, tra l’altro, gli stessi usati nell’industria tessile, per la stampa e nelle vernici delle automobili, sono di per sé pericolosi perché interagiscono con la pelle provocando complicanze anche sconosciute, incluse infezioni micobatteriche atipiche. I pigmenti colorati non sono più difficili da togliere rispetto al nero, si tratta di disporre del laser Q-Switched con le lunghezze d’onda adeguate.  Se poi i colori azzurro e verde scompaiono più facilmente del colore è perché in genere sono meno calcati. A differenza di ciò che molti sostengono, il laser non provoca mai cicatrici di tipo atrofico, ma può generare in soggetti predisposti delle formazioni cheloidee. Ovviamente, prima di eseguire la laserterapia, è necessario eseguire una anamnesi appropriata ed in ogni caso far applicare per un mese dopo il trattamento una crema a base di silicone. In genere comunque le cicatrici cheloidee insorgono quando si usino per la rimozione del tatuaggio dei laser inappropriati quali il laser C02.

 Alcuni lamentano poi la possibilità che rimanga il cosiddetto “ghost”, cioè il fantasma del vecchio tatuaggio, soprattutto nei tatuaggi più marcati. Ciò è vero ed infatti la cosa andrebbe sempre discussa tra il medico estetico ed il paziente, affinchè quest’ultimo accetti consapevolmente il rischio. L’eventuale ghost tende comunque col tempo a dissolversi. Infine, molti pazienti affermano che il trattamento risulterebbe doloroso. Probabilmente nel loro caso, purtroppo, è andata così, ma è giusto sottolineare come ciò sia in vero solo nel 30% dei casi. Oggi, grazie a moderne apparecchiature refrigeranti che emanano aria fresca proprio sulla cute dove si esegue il trattamento, anche nei soggetti sensibili il dolore del laser Q-Switched è sempre assai modesto. Per quanto riguarda nello specifico la rimozione di macchie, il laser Q-Switched, in combinazione con la luce pulsata Nd-Yag, è in grado di intervenire non soltanto su macchie ipercromiche benigne di mani e viso, ma anche su altri inestetismi cutanei del volto quali le teleangectasie capillari, stimolando la produzione di collagene e promuovendo la retrazione della pelle nel derma profondo.

Dott.ssa Monica De Stefani

Dott.ssa Monica De Stefani

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