Ipogonadismo, quando la carenza ormonale è un problema maschile

l'esperto risponde

Prof. Dr. Rando, cosa si intende per ipogonadismo nell’uomo?

L’ipogonadismo maschile è la condizione in cui il livello di efficacia degli androgeni, in particolare del testosterone e del diidrotestosterone, è basso sia per carenza produttiva dei due ormoni, sia per insensibilità o carenza del recettore degli androgeni.

Il testosterone (T) è prodotto prevalentemente nel testicolo dalle cellule di Leydig; pertanto la loro disfunzione ne impedisce o riduce la produzione.

Il diidrotestosterone (DHT), ha una attività 10 volte maggiore del T ed è prodotto prevalentemente nella prostata per azione dell’enzima 5-alfa-reduttasi sul testosterone e quindi la carenza, l’assenza o il blocco farmacologico di tale enzima ne impedisce la produzione.

L’ipogonadismo comporta condizioni diverse in ragione dell’età della sua costituzione:

  •  nella fase dello sviluppo fetale produce alterazioni della costruzione degli organi genitali maschili con difetti di varia severità che danno luogo ai diversi gradi di intersessualità e/o a modificazione della identità sessuale (transessualismo);
  • nella fase post-natale e puberale produce ritardi o carenze dello sviluppo e della funzione genitale e dello sviluppo scheletrico-muscolare, alterazioni dei rapporti tra massa magra e massa grassa con tendenza al sovrappeso adiposo e all’obesità;
  • nella fase post-puberale e adulta produce disfunzioni genitali, dalla disfunzione erettile alla disfunzione spermatogenica, squilibri metabolico-ossidativi con tendenza al sovrappeso adiposo e all’obesità, concorre alla costituzione della malattia metabolica e cardio-vascolare.

Quali sono le cause di ipogonadismo?

Le cause possono essere diverse e variabilmente combinate tra loro. Si possono riconoscere:

  • l’ipogonadismo primario in cui le cellule di Leydig del testicolo non producono o producono poco testosterone, nonostante tutti gli stimoli necessari siano presenti ed in equilibrio;
  • l’ipogonadismo secondario in cui al testicolo non arriva lo stimolo utile degli ormoni ipofisari LH e FSH, ma prevalentemente il LH, carenza o assenza della loro produzione;
  • l’ipogonadismo metabolico-recettoriale, di più recente configurazione, derivante dalla carente o bassa produzione di DHT, da carenza o insensibilità del recettore androgenico, da squilibri metabolico-ossidativi e regolativi endocrini;
  • l’ipogonadismo da alterazioni dell’assetto cromosomico sia per la presenza di un cromosoma X in più (47XXY, sindrome di Klinefelter), sia per delezioni o mutazioni del cromosoma Y, sia per delezione o mutazioni della componente SRY del cromosoma X;
  • l’ipogonadismo tossico derivante dall’assorbimento diretto o indiretto di alcuni composti dell’industria che agiscono come interferenti endocrini alterando gli equilibri delle regolazioni ormonali ai diversi livelli.

Quali sono i possibili sintomi?

La sintomatologia dipende dall’età della costituzione dell’ipogonadismo, dalla sua consistenza e dalle condizioni relative al metabolismo, alla attività fisica, alla nutrizione, all’ambiente. Tutti i sintomi possono essere variabilmente integrati tra di loro ed avere anche ragioni diverse dall’ipogonadismo.

Fino alla pubertà è difficile avere evidenze dell’ipogonadismo salvo che non ci siano alterazioni delle componenti genitali importanti o evidenti segni di un comportamento transessuale. Per questo l’ipogonadismo passa inosservato o sottovalutato; tuttavia, la tendenza al soprappeso adiposo e all’obesità o al rallentamento dello sviluppo scheletrico-muscolare possono essere utili campanelli d’allarme.

Nel periodo puberale la presenza del ritardo o della carenza nello sviluppo genitale e della componente scheletrico-muscolare, la tendenza al sovrappeso adiposo e all’obesità, la carenza o la riduzione dei caratteri maschili secondari rispetto a quanto atteso in ragione dei caratteri ereditari, la riduzione o la carenza della spinta all’attività sessuale, sono utili campanelli d’allarme.

Nella vita adulta, intendendo questa dal termine dello sviluppo puberale, l’ipogonadismo si evidenzia per la presenza la riduzione o l’assenza delle funzioni genitali e della reattività sessuale, la tendenza al sovrappeso adiposo e all’obesità, la costituzione della malattia metabolica e delle disfunzioni cardiovascolari, la comparsa e il mantenimento della sindrome da stanchezza cronica.

Come è possibile arrivare ad una diagnosi corretta?

 Per arrivare ad una diagnosi corretta sono necessarie diverse fasi:

  • la valutazione clinica andrologica è il primo e fondamentale atto perché consente di esaminare la storia del paziente, i suoi comportamenti e gli ambienti frequentati, il suo stile nutrizionale, la sua attività fisica e gli eventuali percorsi già svolti per correggere con o senza efficacia le disfunzioni che lamenta;
  • l’ecografia base e con fase doppler pelvico-prostatica, scroto-testicolare, peniena consentono di valutare la struttura e la vascolarizzazione delle componenti genitali;
  • lo spermiogramma completo consente di valutare la produzione e la funzione degli spermatozoi e delle componenti del liquido spermatico, cosicché sia verificata la capacità fertile e lo stato funzionale genitale nel suo insieme;
  • l’assetto endocrino, relativo in primo luogo all’asse ipofisi-testicolo, consente di inquadrare gli equilibri degli ormoni che agiscono sul testicolo valutando i valori assoluti e soprattutto i loro rapporti; in secondo luogo, esso consente di valutare l’asse ipofisi-surrene, la funzione tiroidea, la funzione scheletrica e gluco-lipidica;
  • l’assetto metabolico-ossidativo che consente di valutare gli eventuali squilibri del metabolismo gluco-lipidico e del rapporto ossidanti/antiossidanti.
  • la determinazione delle sostanze tossiche (gli interferenti endocrini) nel sangue e nelle urine per verificare la loro presenza quali concorrenti alla generazione della disfunzione androgenica;
  • l’assetto cromosomico, necessario quando le valutazioni elencate non diano adeguata ragione dell’ipogonadismo esista un forte sospetto di una alterazione cromosomica quale lo stato 47XXY, le delezioni o mutazioni del cromosoma Y, le delezione o mutazioni della della componente SRY del cromosoma X.

Come si cura uno stato di ipogonadismo?

La adeguata correzione, quando è possibile, deve essere la più precoce e la meglio integrata così da mantenere al meglio l’equilibrio endocrino e l’equilibrio delle funzioni da questo dipendenti.

Fatte salve le alterazioni strutturali, per le quali la sola soluzione è la correzione chirurgica da attuare al più presto possibile o il deficit del recettore androgenico per il quale non abbiamo ancora terapie, in tutte le altre condizioni è possibile agire adeguatamente.

Premesso che la condizione terapeutica fondamentale è il riequilibrio nutrizionale, la buona attività fisica, il rilassamento, l’eliminazione dei fattori tossici, il sostegno terapeutico ha diversi aspetti, si può agire in prima battuta con specifici estratti vegetali che agiscono sulla capacità produttiva/distruttiva degli androgeni regolando al meglio la funzione delle cellule di Leydig, delle cellule prostatiche e delle cellule ipofisarie. Talvolta, l’associazione con vitamina D3, vitamina B12, folati, antiossidanti concorre in modo significativo al ripristino dell’equilibrio androgenico.

Qualora le valutazioni svolte non consentano alternative, esiste la terapia sostitutiva con testosterone o diidrotestosterone che consente di mantenere, con somministrazioni a lento assorbimento, gli utili livelli di androgeni nelle loro due componenti fondamentali.

Prof. Dr. Carlo Rando

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