IPERTERMIA A RADIOFREQUENZE NEL TRATTAMENTO DELLE METASTASI EPATICHE

Focus

La comparsa di lesioni secondarie al fegato è una complicanza estremamente frequente e spesso di difficile controllo  in diversi tipi di tumore, nonostante l’impostazione di un corretto trattamento chemioterapico. A volte, la diagnosi delle metastasi epatiche, riscontrate nel corso di  un’ecografia di routine effettuata per disturbi minimi  o per valori alterati degli esami di sangue,  precede addirittura quella del tumore primitivo.

I limiti dell’intervento chirurgico

Solo una minoranza dei pazienti con metastasi epatiche può essere indirizzato alla chirurgia in quanto le lesioni sono spesso multiple e distribuite a tutto il fegato oppure perché le condizioni generali del paziente non lo permettono. In questi casi, il percorso di chemioterapia (e/o con i nuovi farmaci “biologici”, se indicati) può essere vantaggiosamente affiancato da metodiche di trattamento loco-regionali che hanno il vantaggio di poter essere molto efficaci a livello del fegato e sostanzialmente prive di effetti collaterali sistemici, potendosi così facilmente integrare in protocolli multi-disciplinari.

I vantaggi dell’ipertermia a radiofrequenze

L’ipertermia oncologica di profondità a radiofrequenze permette, rispetto ad altre metodiche (quali termoablazione, HIFU, ecc.), il trattamento non invasivo, con applicatori cutanei, delle lesioni epatiche multiple o delle localizzazioni metastatiche contemporaneamente presenti in più organi, garantendo la possibilità di un trattamento più rapido ed efficace. Il trattamento determina l’innalzamento della temperatura fino a 43-44°C, degli organi e tessuti coinvolti, attraverso l’erogazione di radiazioni elettro-magnetiche non ionizzanti ad alta frequenza, mediante applicazione di elettrodi contrapposti che vengono posizionati sul corpo del paziente. L’effetto finale dell’innalzamento termico ottenuto, senza entrare in questa sede in dettagli tecnici, è la morte delle cellule maligne, senza danneggiare quelle sane. L’assenza di effetti collaterali ne permette l’utilizzo anche in pazienti con malattia avanzata e già trattati con altre metodiche. Non va dimenticato che, in fase pre-operatoria, l’applicazione di ipertermia a radiofrequenze può consentire di intervenire anche in casi considerati inizialmente inoperabili a causa dell’estensione del tumore.

Dott.ssa Elisabetta Pontiggia

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