Chirurgia Vascolare e Angiologia

Quando si pensa alla chirurgia, in genere sono altre le branche che vengono in mente per prime, ma la Chirurgia vascolare riveste una importanza fondamentale per la nostra salute, andando spesso a risolvere situazioni che, se non adeguatamente e tempestivamente trattate, possono sfociare in esiti molto gravi.

La Chirurgia vascolare ha come obiettivi terapeutici arterie e vene, servendosi di tecniche di riparazione, derivazione, sostituzione o rimozione. Le patologie vascolari più importanti si sviluppano nel circolo arterioso, che porta il sangue ricco di ossigeno e di nutrimento alle cellule. Sono malattie che colpiscono soprattutto chi ha superato il mezzo secolo, con conseguenze che, nei casi più gravi, possono condurre a trombosi, ictus, ischemia alle gambe, emorragie interne (rottura di aneurisma) con esiti talvolta invalidanti o letali.

La Chirurgia vascolare è necessaria per interventi sulle arterie degli arti inferiori, in previsione del trattamento dell’insufficienza venosa e delle vene varicose (o varici) degli stessi arti inferiori (varicectomia), di flebiti, di trombosi venose profonde (tramite safenectomia, termoablazione o flebectomie), di stenosi carotidea, di ulcere degli arti inferiori e della patologia vascolare del distretto iliaco-cavale, della vena cava inferiore e dell’arteria succlavia.

Oggi la Chirurgia vascolare va a braccetto con la Chirurgia endovascolare, le cui tecniche consentono  il trattamento del paziente  in anestesia loco-regionale mediante accessi  mini-invasivi, quindi senza anestesia generale né ferite chirurgiche, con ridotti tempi di ospedalizzazione. La Chirurgia endovascolare (Palloncino, PTA/stent/endoprotesi) consente, ad esempio, di intervenire sulle stenosi arteriose per via percutanea, su determinati aneurismi e sulle arteriopatie obliteranti.

Sempre più spesso, le tecniche di Chirurgia vascolare ed endovascolare sono poi combinate in metodiche cosiddette ibride, utili in particolare nel caso di aneurismi toracoaddominali (ATA), in alternativa alla chirurgia tradizionale a cielo aperto ed alle endoprotesi, e di interventi dell’arco aortico (da cui “nascono” le arterie che nutrono il cervello). Si tratta, dunque, di un ambito in continua evoluzione e sviluppo, sempre nell’ottica di ridurre al minimo l’invasività degli interventi.

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