Cause dell’ernia del disco: note e meno note

Consideriamo l’ernia del disco come la manifestazione di un processo compressivo di origine muscolare.

La causa traumatica dell’ernia del disco

E’ facile intuire che dopo un trauma possano comparire discopatie, protrusioni o ernie.

Per esempio, una caduta da cavallo o sollevare un peso eccessivo in modo scorretto possono provocare un’ernia del disco, soprattutto a livello lombare.

Anche una serie di microtraumi sulla colonna possono causare tale patologia: attività sportive agonistiche o di palestra, giochi di squadra come la pallavolo o il basket, sollevamento pesi e body building.

Inoltre, attività lavorative che richiedano gesti ripetuti in modo scorretto, possono condurre alla stessa conclusione patologica.

La causa in un punto lontano dall’ernia del disco

Meno nota, e dunque in apparenza non giustificabile, è la causa dell’ernia discale legata a gesti meccanici che coinvolgono parti del corpo lontane dal punto in cui insorge l’ernia, ma possibile attraverso meccanismi di interazioni muscolari.

Struttura e funzione della colonna vertebrale

La colonna vertebrale è costruita da una serie di strutture, come vertebre, dischi intervertebrali e legamenti, strettamente collegate l’una alle altre.

L’insieme di queste strutture crea tre curve:

  • le due lordosi (cervicale e lombare),
  • la cifosi dorsale.

Curve regolari, rispettando la fisiologia articolare, hanno lo scopo di fungere da ammortizzatore permettendo i giusti movimenti.

Curve irregolari, ovvero ridotte, rettilineizzate o addirittura con inversioni, faranno perdere alla colonna parte delle sue caratteristiche di resistenza, di flessibilità e di adattabilità alle circostanze cui è soggetta.

Le discopatie a livello delle lordosi

Le discopatie si riscontrano più frequentemente a livello delle lordosi, perché tali tratti sono passibili di movimenti ampi in flessione anteriore e posteriori.

Questo causa inevitabilmente un aumento dello spazio infradiscale posteriormente nella flessione, favorendo quindi la proiezione del nucleo polposo verso l’esterno posteriore.

La lordosi lombare è la più “stressata” e quindi più soggetta ad ernie; è sottoposta a carichi maggiori, rispetto al tratto cervicale, in quanto il peso di tutto il tronco ed i pesi portati dalle braccia gravitano sulla zona lombare.

La zona cervicale, invece, supporta “soltanto” il peso della testa.

Poiché la zona lombare, data la sua mobilità, ci consente di fletterci facilmente in avanti, spesso ne abusiamo in ogni modo e in modo errato, dimenticando che le anche sono fatte per piegare e flettere il busto sulle cosce.

Le retrazioni muscolari permanenti

Il cattivo utilizzo della colonna e le posture che assumiamo durante la giornata favoriscono la comparsa di tensioni muscolari che, se non vengono riequilibrate in breve tempo, si strutturano trasformandosi in “retrazioni muscolari permanenti”.

Tutte le retrazioni muscolari creano maggiore compressione sulle articolazioni, causando disturbi e patologie quali tendinite, sinoviti, borsiti, radicoliti, blocchi articolari, algie in genere, fino ad arrivare a processi degenerativi quali l’artrosi.

Soltanto attraverso metodiche di allungamento muscolare globale decompensato si riesce a modificare il tessuto muscolare retratto e a ridare libertà alle articolazioni.

Le retrazioni muscolari causa di ernie del disco

Se i muscoli periarticolari che muovono le vertebre diventano prima rigidi e poi retratti, l’aumento della compressione endoarticolare che ne deriva condizionerà il movimento della colonna, l’assetto delle vertebre e la forma dei dischi intervertebrali.

I dischi, compressi dalle tensioni muscolari, con il tempo perdono la loro elasticità andando in contro a deformazioni e a fissurazioni, favorendo così l’erniazione (fuori uscita) del nucleo polposo.

Ciò, entrando in contatto con una radice nervosa, causerà problematiche di tipo radicolare come parestesie, formicolii o sciatalgie.

Perché l’ernia del disco può essere causata da retrazioni muscolari

Abbiamo visto che le cause favorenti la comparsa di retrazioni muscolari sono diverse (posture scorrette, traumi, disbiosi alimentari, stress, eccessiva attività agonistica, sovraccarichi funzionali etc.).

Questo ci porta a dover esaminare il problema con un’ottica molto ampia perché la manifestazione patologica è il frutto di una serie di interazioni muscolari, per cui risulta inutile o persino dannoso agire a livello locale, cioè solo nella zona del dolore.

Secondo il dottor Nackemson, stimato come uno dei maggiori esperti mondiali nell’ambito delle patologie discali, il 50% di coloro che si sottopongono ad intervento chirurgico di ernia del disco, ripresenta le stesse manifestazioni dolorose precedenti all’intervento.

Quando ciò si verifica, significa che non era l’ernia ad essere la causa primaria dei dolori che il paziente manifestava, ma l’effetto di fenomeni di origine compressiva ad opera di muscoli, quali anelli di catene muscolari che continuano ancora a comprimere e disturbare le radici nervose.

Coloro i quali si sottopongono ad intervento chirurgico, senza aver riallungato i muscoli responsabili di tali manifestazioni compressive, si ritrovano poi con gli stessi sintomi o addirittura con una nuova ernia discale nello spazio intervertebrale soprastante o sottostante quello già colpito da ernia.

Cosa può fare e come può intervenire un posturologo

Il Posturologo ha a disposizione numerosi approcci e metodiche; le più valide sono quelle di carattere globale.

Il Posturologo deve considerare il vissuto della persona, di come questo abbia influito sulla sua postura, dei fattori ambientali, stress, problemi di origine odontostomatognatica, problemi visivi, di vita, di relazione, del lavoro, dello sport, di ogni giorno.

Il Posturologo cercherà la causa primaria, che può aver generato il problema in base alla cronologia degli eventi caratterizzanti il vissuto della persona, rimuovendola.

Attraverso un lavoro posturale di riequilibrio delle tensioni muscolari, ripristinerà i corretti allineamenti per far funzionare il corpo in modo equilibrato e con minore dispendio energetico.

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