Angioplastica coronarica: alternativa vincente per la cardiopatia ischemica

l'esperto risponde

Dott. Tedeschi, cos’è la cardiopatia ischemica?

Con il termine cardiopatia ischemica o ischemia miocardica si intende l’insieme di fattori per cui, nel muscolo cardiaco, si verifica un apporto di sangue ed ossigeno insufficiente per il suo corretto funzionamento. Quando questa patologia si manifesta, il cuore entra in uno stato di sofferenza poiché richiede più ossigeno di quello che le coronarie stanno effettivamente apportando.

In caso di scarsi risultati con la terapia farmacologica, in passato chi soffriva di cardiopatia ischemica doveva essere sottoposto ad un intervento di by-pass. Negli ultimi anni, con il miglioramento della tecnologia, l’intervento mini-invasivo di angioplastica coronarica è divenuto di prima scelta nella terapia della maggior parte dei casi, essendo possibile eseguirlo con ottimi risultati e rischi molto bassi.

Quali sono le cause principali della cardiopatia ischemica?

Diversi fattori possono causare l’insorgere di questa patologia e uno dei più comuni è l’aterosclerosi, ovvero l’alterazione delle pareti dei vasi sanguigni causata dalla formazione di placche lipidiche, tessuto cicatriziale o cellule infiammatorie, con una conseguente riduzione della capacità dei vasi. L’aterosclerosi è una conseguenza della presenza di vari fattori di rischio vascolare, come:

  • Ipercolesterolemia,
  • Ipertensione arteriosa,
  • Diabete,
  • Stress,
  • Vita sedentaria,
  • Obesità,
  • Fumo,
  • Predisposizione genetica.

Come scegliere tra angioplastica e tradizionale by-pass?

Come si è detto in precedenza, da qualche anno l’intervento di angioplastica ha sostituito in molti casi il by-pass chirurgico: questo perché si tratta di un intervento meno invasivo, con un ricovero più breve ed un rischio minore di complicanze.  Per tutti questi motivi l’angioplastica è una valida alternativa per risolvere occlusioni precoci e anche totali delle coronarie, per operare pazienti anziani o quelli affetti da patologie concomitanti.

L’angioplastica può essere eseguita per curare la cardiopatia ischemica tipicamente in due casi:

  • in pazienti stabili che accusano dolori al petto solo in determinati momenti e quando il ridotto flusso sanguigno è stato diagnosticato in sede d’esame (ecocardiografia da stress, ECG da sforzo…);
  • in pazienti con sindrome coronarica acuta o infarto miocardico acuto, in cui l’angioplastica di solito viene eseguita in urgenza o emergenza.

È però da sottolineare che la scelta del tipo di intervento a cui i pazienti si devono sottoporre può dipendere da molti fattori: infatti ad esempio, in caso di patologia avanzata e presenza di diabete mellito, è preferibile ancora effettuare il by-pass.

In cosa consiste l’intervento di angioplastica coronarica?

Questo intervento, effettuato in corso di angiografia, prevede l’inserimento di un piccolo palloncino all’interno della coronaria. Un catetere viene portato attraverso l’arteria radiale femorale fino all’origine della stenosi coronarica (il punto di restringimento dell’arteria) dove il palloncino viene gonfiato.

In questo modo si rompe l’accumulo delle cellule che avevano creato la stenosi ed il flusso sanguigno migliora fino a normalizzarsi. Nella maggior parte dei casi viene anche inserito uno stent, ovvero una piccola rete di metallo, per sostenere la parete arteriosa allargata, aiutando così l’ottimizzazione del risultato dell’intervento.

Si tratta di un intervento recente?

In realtà no. Questo intervento è stato ideato verso la fine degli anni Settanta, ma ha subito numerosi miglioramenti grazie alle nuove tecniche chirurgiche che si sono affinate nel corso del tempo: ad oggi la mortalità è infatti scesa sotto l’1%.

Per la breve degenza (di solito un paio di giorni), per il basso rischio di complicanze e per pazienti in cui l’intervento chirurgico a cuore aperto non è consigliabile, l’angioplastica coronarica è quindi una terapia che, con un una probabilità di successo del 95%, risulta vincente.

Dott. Delio Tedeschi

 

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