Addio alla sordità con le moderne protesi uditive

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Possiamo distinguere la sordità intesa come ipoacusia, cioè ridotta capacità uditiva, in monolaterale e bilaterale; temporanea o reversibile tramite cure mediche e/o chirurgiche oppure permanente; di maggior o minor gravità.

Sordità = handicap

La sordità bilaterale, irreversibile, di qualunque grado essa sia, rappresenta comunque un handicap per il soggetto colpito, che si traduce in un peggioramento della qualità di vita per difficoltosa correlabilità con il mondo dei suoni e conseguente, progressivo isolamento sociale.

Esame audiometrico vocale

La misura di tale handicap è data dall’esame audiometrico vocale, che misura la percentuale di parole, foneticamente bilanciate, correttamente ripetute dal soggetto sordo, dopo presentazione, distinta per ciascun orecchio, di liste ad intensità sonora crescente.

Il grafico che ne deriva fornisce informazioni sulla percentuale di massima comprensione delle parole presentate e sullo scostamento dalla curva di riferimento di un normoudente.

L’ipotesi del raggiungimento di un livello di comprensione pari al 100% delle parole presentate ad una intensità maggiore rispetto ai normali livelli di conversazione costituisce indicazione precipua alla terapia audioprotesica, specie nei casi di un’ipoacusia bilaterale irreversibile.

Protesi uditive sempre più tecnologiche

Al giorno d’oggi le protesi uditive costituiscono un prezioso ausilio elettronico dotato di intelligenza artificiale, in grado di compiere fino a 400 milioni di calcoli al secondo e quindi di modulare, a seconde delle specifiche esigenze dei singoli casi, l’amplificazione dei suoni in entrata attraverso un limitatore di uscita massima, evitando quindi distorsioni di intensità, come rimbombi sui toni gravi o frastuoni metallici su quelli acuti.

Effetto Larsen

Inoltre, esse impediscono il fastidioso effetto Larsen, cioè il feed-back acustico (rappresentato da un fischio stridente) che si produce per ricaptazione, da parte del microfono, del prodotto dell’amplificazione protesica, innescando quindi una riamplificazione a circuito chiuso.

Amplificatori modulari e generatori di suono

Le protesi elettroniche moderne sono in grado di scomporre lo spettro frequenziale del campo sonoro udibile in vari settori o canali, che possono essere distintamente e differentemente amplificati, attagliandosi così meglio alla curva della perdita uditiva del soggetto. Inoltre, le protesi possono anche funzionare come generatori di suono, utilizzabili per mascherare/inibire gli acufeni.

Protesi connesse e miniaturizzate

Esse sono per lo più dotate di connessione blue-tooth con i più comuni congegni elettronici in uso quotidiano, come smartphone, apparecchi radio o TV, amplificatori o sistemi di navigazione satellitare, in modo da ottimizzare la ricezione dei segnali di questi ultimi. Sono anche in grado di funzionare in differenti condizioni di ascolto, attenuando il disturbo prodotto dal rumore di fondo ed enfatizzando al massimo il segnale primario con microfoni direzionali autoadattativi.

Esse sono attualmente miniaturizzate, praticamente invisibili sulle orecchie o comunque ben confondibili con minicuffiette, sempre più in uso, da parte della gente comune, per le moderne necessità di comunicazione e connessione.

Microprotesi paratimpatiche

Esistono anche microprotesi paratimpaniche che rimangono per 2-3 mesi collocate nella parte più profonda del condotto uditivo, in pratica assolutamente invisibili, senza necessità di sostituzione della batteria, completamente impermeabili alla doccia o al bagno senza immersione profonda del capo.

Queste microprotesi si rinnoveranno circa quattro volte all’anno, con un contratto di accessibile noleggio.

Il ruolo dell’audiologo

All’otorino specialista audiologo esperto spetterà quindi il compito di inquadrare l’ipoacusia e di guidare l’audioleso nell’acquisto di una moderna audioprotesi, che meglio si attagli alle sue necessità e gli possa migliorare la qualità di vita.

 

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Dott. Alberto Lenzi

 

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